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di Ida & Mario

A NOI PIACE SOFFRIRE



RISTORANTE  “LA LOCANDA DI ALIA”

Via Jetticelle, 55 – Castrovillari (CS)

tel. (0981) 46370

www.alia.it


Castrovillari, Calabria settentrionale, gode di una invidiabile posizione, a metà strada fra le più alte montagne della catena appenninica meridionale (il massiccio del Monte Pollino) e il mare selvaggio di Sibari e della costa ionica calabrese. Però Castrovillari non è – ci perdoneranno i suoi abitanti – un luogo particolarmente suggestivo, evidentemente soggetto, come molti paesi meridionali di media grandezza, a devastanti scempi edilizi negli anni dell’immediato dopoguerra, e forse anche dopo.

Costituisce perciò una gradevolissima sorpresa l’albergo – ristorante La Locanda di Alìa (attenti all’accento sulla “i”). Innazitutto l’albergo, che si sviluppa in orizzontale anziché in verticale, costituito com’è da una serie di stanze con ingresso indipendente che si aprono tutte sul giardino centrale, molto curato, fresco di aranci e limoni e piante odorose della macchia mediterranea. Gli interni sono originalmente strutturati con salottino a piano terra e zona bagno e letto su un soppalco a vista, finestre con gli scuri di legno e qualche pezzo di arredamento firmato.

Il ristorante dell’albergo è all’altezza di tanta originalità.

I locali sono stati ristrutturati di recente, e l’atmosfera è moderna (colori chiari, vetro e acciaio, fiori stilizzati), forse un po’ fredda, anche se ravvivata da giganteschi oli alle pareti che riproducono scene di vita contadina calabrese.

La mescolanza moderno – antico sembra essere la parola d’ordine anche in cucina, e i risultati non sono affatto stucchevoli né banali, come spesso può succedere in questi casi.

A noi sono rimasti impressi la pasta fresca condita col sugo di ‘nduja, il celebre insaccato locale, e il filetto di maiale cotto al vapore e poi condito con una salsa fatta di miele e polvere di peperone piccante calabrese, un accostamento inusuale molto gradevole.

Una bella sorpresa vi aspetta anche a fine pasto: i rosoli della casa. Un compito cameriere vi allinea sul tavolo sette o otto bicchierini da rosolio tutti diversi fra loro e comincia a riempirli con rosolio alla rosa, all’arancia, alla liquerizia, alla violetta è così via, sciorinando per ognuno un po’ di storia e di gastronomia. A fine giro, se ve la sentite, si può bissare con queli che vi sono piaciuti di più. Dovreste farcela: il rosolio è più dolce che alcolico, e se siete in vena di malignità potete sempre dichiarare, come ha fatto un irriverente commensale, che “sembrano caramelle Charms spremute”.

Il conto non è propriamente economico, però è proporzionato alla qualità dell’insieme. 

(visitato nel Novembre 2002)



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