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France
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Signor Renoir, lei è di Parigi? Quali sono le
sue origini artistiche?
Sono nato a Limoges nel 1841 da una
famiglia di artigiani. Dimostrai ben presto interesse per l'arte,
pertanto a tredici anni, ero già a Parigi, mi mandarono a
bottega presso un decoratore di porcellane dove imparai a stendere il
colore con delicatezza tramite piccoli tocchi e ad usare tinte
brillanti. Questa esperienza è stata per me fondamentale e
devo a essa il mio stile. Sono profondamente convinto che per un
pittore la conoscenza del "mestiere" è importante
quanto l'originalità e la creatività. Più tardi
mi iscrissi all'École des Beaux Arts, ma sono stato sempre
insofferente alle rigide regole imposte dalla scuola e frequentai lo
studio di Gleyre.
Dove ha conosciuto Monet?
Nell'Atelier
di Gleyre. Lì ho conosciuto anche Sisley e Bazille. Con Monet
ho stretto una profonda amicizia che è per me
determinante. E' lui che mi ha spinto al lavoro "en plain air":
quante volte abbiamo dipinto lo stesso soggetto, con esiti diversi,
naturalmente!
Ci può parlare dei
suoi soggetti preferiti? Come riesce a rendere le forme che si
dissolvono nell'atmosfera e gli effetti di movimento?
Inizialmente
dipingevo paesaggi, ma ora sto orientando il mio interesse verso le
figure umane inserite nel paesaggio. Amo dipingere scene di vita
quotidiana, gente che si diverte, che balla... la riprendo di
preferenza colpita qua e là dai raggi del sole filtrati
attraverso le foglie e questo mi permette di approfondire le mie
osservazioni sui riflessi colorati. E' proprio in questo modo che
riesco ad ottenere effetti di movimento e forme che si
dissolvono.
Cosa significa per lei dipingere?
Per me
la pittura esprime la "gioia di vivere"; tutto ciò
che di bello ci circonda io lo voglio fissare sulla tela, o
meglio, fissare il ricordo di ogni percezione visiva. Dipingere per
me è quindi gioia immensa, divertimento. Se cosi non fosse, mi
creda, non dipingerei più.
Giovanni Guarise, Elisa Strappazzon
Intervista a Pissarro
Signor
Pissarro, ci parli della sua formazione.
Sono nato nelle
Antille e mi sono trasferito definitivamente in Francia a 25 anni.
Ho frequentato l'Ecole de Beaux Arts e l'Académie Suisse,
dove ho incontrato Monet. Ma più che gli insegnamenti
accademici, per la mia formazione sono stati importanti pittori come
Corot e Courbet, che mi hanno insegnato a guardare direttamente la
natura.
Ho conosciuto anche le opere di Constable e Turner e
questo forse spiega la mia posizione un po' personale riguardo
al movimento "Impressionista".
Ci spieghi allora
le caratteristiche della sua pittura, quali sono i legami e le
differenze con gli amici della Società Anonima Cooperativa di
Artisti?
Con questi amici condivido l'interesse per la luce e
gli effetti cromatici e la pittura "en plain air" ma,
personalmente, ho un forte senso del disegno e della struttura delle
figure, cui non voglio rinunciare.
Pur non avendo contorni
definiti, le mie forme hanno una certa solidità: è
forse anche per questo che io sento un maggiore interesse per la
terra, per la sostanze solide più che per l'acqua, che con la
sua mobilità riflette in continuazione luci e colori e toglie
consistenza alle forme.
Come mai nei suoi paesaggi ci sono
sempre persone umili?
E' vero, mi soffermo spesso sulla vita e
sul lavoro della gente umile che lavora in seno
alla natura, ma non sono affatto un sentimentale, anzi, guardo questa
gente con profondo rispetto.
Forse mi vedo come loro; io non ho
infatti ambizioni personali, né sono ricco e questo per mia
scelta: ho dei valori morali ai quali non posso rinunciare!
Maicol Zonta e Lisa Brunello
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