Gentile
signor direttore, sono stata con mio marito e una coppia
di amici alla mostra dei pittori della Società
Cooperativa, presso lo studio del fotografo Nadar. Mentre i miei
accompagnatori ridevano, denigrando ciò che si
offriva alla nostra vista, io mi sentivo sopraffatta
dall'emozione. Naturalmente non ho detto niente a
nessuno di tutto ciò e lo confido solo a Lei,
amico carissimo delle arti e sensibile conduttore della
nostra rivista, sperando che non mi giudichi troppo male. Quei
quadri mi hanno riportato ad atmosfere estive della mia
giovinezza felice, quando niente era definitivo, come ora. Le
trasparenze e i giochi di luce sull'acqua mi
hanno rammentato con forza un poeta, Charles
Baudelaire, che ho nascostamente letto e ... amato, anche
se arrossisco ancora per il mio ardire. Vorrei la sua
illustre opinione.
Madame
L. M. de ' P.
Con somma gioia rispondo alle missive che rivelano
animi attenti e sensibili. Anche a me sembra che
qualcosa unisca il poeta maledetto, il geniale Baudelaire,
autore dei Fiori del Male, 1821-1867, a questo nuovo modo
di dipingere e sono convinto che bisognerebbe avviare
uno studio in proposito. Per quello che la riguarda,
gentile Signora, mi dispiace che sia costretta dalle
consuetudini a nascondere a suo
marito e ai suoi amici la sua sensibilità. Per
consolarLa pubblico, su gentile concessione dell'editore
Lèvy, una poesia di Baudelaire, L'Albatros,
con la speranza che l'aiuti a volare in alto. L'albatro è
forse il più grande volatile dei mari del Sud. Ed in
volo è bello e maestoso. L'animale segue i velieri e
talora viene per gioco catturato dai marinai, che si divertono a
tormentarlo e a prenderlo in giro perché, come il poeta,
l'albatro è bello solo quando vola libero, in alto
nei cieli, mentre a terra è goffo e brutto.
La saluto con simpatia. Monsieur Le
directeur.
 Albatros
Souvent,
pour s'amuser, les hommes d'èquipage prennent des
albatros, vastes oiseaux des mers qui suivent, indolents
compagnons de voyage, le navire glissant sur les gouffres
amers.
A peine les ont-ils depos sur le planches, que
ces rois de l'azur, malaldroits et honteux laissent
piteusement leurs grandes ailes blanches comme des avirons
trainer à côte d`eux
Ce voyageurur ailè,
comme il est gauche et veule! Lui, naguère si
beau, qu'il est comique et laid! L'un agace son bec avec un
brùl-gueule, l'aultre mime, en boitant l'infirme qui
voIait!
Le Poète est semblable au prince des nuées
qui hante la tempète et se rit de l`archer; exilé
sur le sol au milieu des huées ses ailes de géant
l`empèchent de marcher.
Charles Baudelaire
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