Mi
piacciono le canzoni sui cavalli, le ferrovie, la terra, il
giorno del giudizio, la famiglia, i tempi duri, il whiskey, il
matrimonio, ladulterio, la separazione, lomicidio, la
guerra, la prigione, la salvezza, la morte, lorgoglio,
lumorismo, la pietà, la ribellione, il patriottismo,
la determinazione, la tragedia, la crudezza, la delusione
damore, lamore. E la madre. E Dio. In
questa frase scritta di suo pugno su un disco del 2000 (American
Recordings) sta la poetica di Johnny Cash, e la sua vita.
Una vita descritta solo in parte, e in maniera leggermente
edulcorata, nel film biografico di prossima uscita Walk the
line Quando lamore brucia. Il film su una
leggenda americana del secolo scorso, il re oscuro del country.
Che ebbe una vita roboante, che vide la fama, il paradiso,
linferno e da quello risorse più volte. Che ebbe
tanti figli e si sposò due volte: la prima con lamore
di infanzia, la seconda con lamore della sua vita, la
cantante country June Carter. John Carter Cash, produttore del
film, è figlio di questo secondo amore. Un amore assoluto
e travagliato vissuto pienamente dal 1968 al 2003, quando
entrambi se ne sono andati a quattro mesi di distanza luno
dallaltro. Lei lo aveva salvato dalla droga, lalcolismo
e quel mal di vivere e quei sensi di colpa che lo hanno
accompagnato fin da bambino, quando aveva vissuto la morte del
fratello.
Signor
John Carter Cash è soddisfatto dellesito del film?
Sì
lo sono. I protagonisti Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon
(entrambi candidati allOscar, ndr), hanno dato tutto il
loro cuore e il loro talento a interpretare i miei genitori.
Tutte le scene del film rappresentano fatti realmente accaduti. I
miei genitori prima di morire si sono seduti ad una scrivania con
lo sceneggiatore e hanno controllato ogni scena e ogni storia.
Perché
crede che Cash abbia rappresentato così tanto per gli
americani?
Credo
che mio padre possedesse un alone di mistero capace di attrarre
chiunque. Un mistero così fitto che neppure io sono in
grado di svelare. Nonostante il suo passato, la droga, gli
eccessi iconoclasti, riusciva ad esporsi davanti al mondo intero
senza perdere la propria dignità. È difficilissimo
riuscire a definirlo. Anche perché era molte cose allo
stesso tempo.
Sua
madre difatti disse che cerano due personalità in
Cash, una si chiamava John e laltra Cash
Vero.
Era una figura oscura, che portava dentro molto dolore, ma era
anche un uomo di grandissima fede. Era allo stesso tempo: il
buono e il cattivo. Ha fatto presa su tantissime persone in tutto
il mondo proprio per questa sua umanità. Era, come si
dice, larger than life, senza tempo.
Sua
madre invece ne esce come un personaggio positivo, solare
Lo
era. Era positiva, guardava sempre il bicchiere pieno. Non si
fermava mai, spingeva sempre avanti. Aveva una resistenza
interiore incredibile. Era cresciuta in una famiglia di musicisti
leggendari, la famiglia Carter, per quanto riguarda la musica
americana nel decennio che va dagli anni Venti ai Trenta. Ha
iniziato ad esibirsi da quando era molto piccola. Aveva quella
convinzione per cui the show must go on, lo
spettacolo deve continuare qualsiasi cosa accada.
In
unintervista del 1978, quando gli chiesero come avrebbe
voluto essere ricordato, Cash rispose: come un buon padre. Lo fu
davvero?
È
buffo. La gente spesso mi chiede: qual è leredità
più importante che ti ha lasciato tuo padre? E la mia
risposta è esattamente quella: il fatto che sia stato un
buon padre. Per me la sua musica arriva dopo questo.
Suo
padre in 50 anni di musica ha pubblicato almeno 100 album. A
quali è più affezionato?
Adoro
un disco degli anni Sessanta che si intitola Ballads of a true
west in cui canta le canzoni ispirandosi a Il Buono il
brutto e il cattivo di Sergio Leone. Mio padre adorava quei
film e nella copertina del disco cè lui che si
atteggia ad uno dei personaggi del film. Dopo quello ha fatto un
disco che si intitola Bitter tears, tutto sui nativi
americani, le loro battaglie, la loro storia, anche quello è
bellissimo. Ma anche i primi dischi della Sun Records. Ma
sicuramente quelli più vicini sono i dischi per i quali ho
lavorato di fianco a lui, gli American Recordings.
Puo
descrivermi questo true west, questAmerica
tradizionale che tuo padre cercava di disegnare nelle sue
canzoni? È la stessa America conservatrice che ascolta il
country, che vota Bush?
Mio
padre aveva una mentalità molto aperta. Non posso dire che
fosse un conservatore ma neppure che fosse un liberale. Era un
uomo fedele a se stesso innanzitutto. Fedele al suo cuore. Aveva
i suoi sogni, le sue visioni che non trovavano mai una
rappresentanza politica. Aveva le sue priorità e tra
queste non cera la politica, cera la sua coerenza di
uomo e in questa coerenza cera innanzitutto la volontà
di stare dalla parte degli emarginati, della gente comune, gente
come i carcerati ai quali ha dedicato due concerti e due dischi.
Lui stesso era nato uomo qualsiasi, figlio della grande
depressione lavorava il cotone e i nonni erano mezzadri.
Nonostante
il suo non schierarsi Cash fu spesso vicino (anche con un album)
a Dylan, uomo che fu preso a vessillo della contestazione
Tra
loro ce sempre stata reciproca ammirazione e
amicizia. Erano molto simili in realtà. Della stessa
generazione, entrambi, ognuno a suo modo, hanno rotto le regole.
Fare musica che arriva solo dal tuo cuore, pubblicarla senza
seguire i consigli di nessuno. Mio padre adorava la scrittura di
Dylan, lo avvicinò e nei tardi anni Sessanta diventarono
grandi amici. E lo sono rimasti per tutta la vita.
Simile
amicizia fu con Neil Young?
Certo,
anche se meno intima. Ricordo che mio padre ospitò Young
nel suo show televisivo sulla Abc e fu lì che lui cantò
per la prima volta Heart of gold. Avevano un simile stile
di vita: riservato, a contatto con la natura.
In
una scena dopo la disintossicazione i suoi genitori vanno assieme
in chiesa. Che ruolo ha avuto Dio per Cash?
Enormemente
importante, soprattutto da quel momento, alla fine degli anni
Sessanta, quando mio padre voleva portare avanti una sorta di
redenzione. Il collegamento con Dio era cominciato prima, col suo
amore per il gospel: lui negli anni 50 voleva cantare
gospel. Dopo ha studiato la Bibbia per tutta la sua vita. Non era
religioso ma era spirituale, un altro modo per stare vicino a
Dio.
Intervista di Silvia Boschero
L'UNITA' 27/06/2006
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