Autobiografica,
polemica e con un brano di Madonna, Laura Pausini torna da domani
nei negozi con l'album "Resta in ascolto". Una
prova matura, dove le canzoni parlano di amore e abbandono, ma la
scrittura è incredibilmente alta. Una scelta che la
Pausini ha meditato a lungo, chiedendo ispirazione al Vasco Rossi
di "Benedetta passione", al Biagio Antonacci di
"Vivimi" e alla Madonna di "Mi abbandono
a te".
Ma
"Resta in ascolto", che uscirà in 40
paesi, arricchito da una edizione speciale cd+dvd e da un tour
che porterà la cantante il 6 febbraio al MazdaPalace di
Genova, offre anche uno spunto polemico, inedito per la Pausini:
"Dove l'aria e polvere"è infatti un atto
d'accusa agli americani per le vittime, specie bambini, fatte
durante i bombardamenti in Iraq e Afghanistan. Una presa di
posizione spiegata da una profonda crisi sentimentale negli
ultimi anni.
Laura,
è così difficile crescere?
Sì,
quando si è una persona ingenua e abituata a essere
coccolata, piena di attenzioni. Non si diventa adulti con troppi
vizi o evitando di prendere decisioni da soli. Non dico di essere
stata plagiata, ma quando mi sono ritrovata sola con me stessa
sono stati dolori.
Quanto
l'ha aiutata l'America?
Moltissimo:
non sono più esterofila e non credo che tutto ciò
che arriva dall'America sia fatto meglio, anzi in certe cose sono
più bravi gli italiani.
Perché
hanno più cuore?
Non
lo so: il bassista che fa hip hop ci mette passione, ma fare una
ballata italiana è diverso. Ti devi chiamare Giocanni, non
John. Comunque, in America ho cominciato a prendere decisioni per
la prima volta....
E
che scelta ha fatto?
Proprio
di lasciare l'America, nonostante fossi al primo posto delle
classifiche dance. Ma era proprio questo il punto: non sono la
Cher italiana, e non lo sarò mai. Così sono andata
dal presidente della Warner e gli ho detto: me ne vado, torno in
Italia. Non ci credeva....
Com'è
finita?
Sono
tornata a casa e loro mi hanno chiesto di ritornare in America. A
fare Laura Pausini e non un'altra. Ci penserò, ma non sono
molto attratta dall'idea.
Perché?
Perché
ho capito che la mia cultura è europea. Non mi sento a mio
agio in posti dove la priorità di uomini e donne è
il successo, il denaro e il modo migliore per esibirlo,
altrimenti sei una nullità.
È
per questo motivo che nell'album ci sono due Pausini?
Sì,
la prima è quella che lascia l'adolescenza e fa fatica a
restare sola, l'altra invece scopre se stessa proprio nella
solitudine. È molto più forte, non cerca
protezione. Ora, vorrei proteggere io gli altri.
Anche
Madonna è una donna forte...
Sì,
ma la nostra collaborazione è nata per caso. Io ricevo
tante canzoni da autori stranieri famosi. Un giorno mi è
arrivato un provino con la sua voce: non riuscivo a crederci,
pensavo a uno sbaglio.
Poi
cos'è successo?
Non
solo era lei, ma quando le ho chiesto se potevo cantarla in
italiano ha accettato subito. Curioso, vero? Madonna è
disponibile, fa girare provini con la sua voce, e qui c'è
un cantautore italiano molto famoso che mi offre sempre canzoni a
patto che non cambi mai una virgola.
Lo
ha fatto anche Vasco Rossi con la sua "Benedetta
passione"?
No,
affatto, Vasco mi ha lasciata libera di modificare ciò
volevo. Con lui non m sono sentita usata come capita spesso,
quando mi offrono duetti o collaborazioni.
Ad
ascoltare "Dove l'aria è polvere", non
sembra che abbia bisogno di sostegno, no?
È
una canzone contro la guerra, ma non c'è alcun messaggio
politico. Ho solo utilizzato il simbolo più americano,
l'aquila, per far sentire la mia voce contro Bush e i suoi
alleati. La voce di una donna di 30 anni che si sente frustrata a
sentir parlare di guerra e non di pace, che non vuole abituarsi a
vedere bambini morti nel tg.
E
dice di non voler fare politica...
Infatti
non lo è, però credo di dover alla gente qualcosa
di più delle canzoni: in fondo, sono cambiata anche in
questo.
Si
sente un po' ambasciatrice delle italiane?
Se
intende dare poca importanza alle cose futili, allora sì.
E per cose futili, penso anche ai cinque chili in più, al
volersi cambiare per un uomo. Oggi mi sento più femminile
perché ho imparato a essere spiritosa, a non fare drammi
per delle scemenze, a stare bene con me stessa. Le donne lo
dicono spesso, ma nessuno le ascolta mai.
Intervista di Renato
Tortarolo IL SECOLO XIX 21/10/2004
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