Trentuno
anni dopo. Chi è Dumas?, confronto ai reduci del
progressive rock? E' una strana estate, per chi era ragazzino nel
1971. Le radio pompano due cover di Impressioni di
settembre, uscite a distanza di pochi giorni, e noi ci
sentiamo contemporaneamente vecchi e giovani. Impressioni di
settembre fu, nel '71, il primo 45 giri della Premiata
Forneria Marconi. Oggi, nell'estate 2002, la riprendono un loro
coetaneo come Franco Battiato e un artista molto più
giovane come Francesco Renga, ex voce dei Timoria. La versione di
Battiato è praticamente identica all'originale (quindi,
vagamente inutile); quella di Renga è unplugged,
acustica, solo pianoforte e voce: e la cosa bella è che al
pianoforte c'è Flavio Premoli, tastierista della storica
PFM. Risentire versi che hanno segnalato la nostra adolescenza
(quante verde, tutto intorno ancor di più in
là/sembra quasi un mare l'erba/e leggero il mio pensiero
vola e va/ho quasi paura che si perda...) ci ha fatto
venir voglia di raccontare a chi non c'era (e a chi c'era, ma si
occupava d'altro) cosa fu il progressive in quello scorcio
particolare della musica italiana. Anche perché, dopo anni
di oblio mediatico, il genere sta ritrovando cultori. Quindi...
Quindi, flashback. 31
anzi 32 anni fa. Sulla nascita del progressive si potrebbe aprire
un lungo dibattito (Stg. Pepper's dei Beatles? I primi 45
dei Pink Floyd? Il primo lp dei King Crimson?) ma per noi
italiani c'è una data incontrovertibile. 29 agosto 1970:
al festival dell'isola di Whigt esordiscono Emersone Lake &
Palmer. Suonano per quasi un'ora (da poco la Sanctuary Records ha
pubblicato un cd con la registrazione del concerto) e
scoperchiano molte teste, soprattutto grazie alla presenza sul
palco di un mostro chiamato Moog Synthetizer. E'
l'antenato delle tastiere elettroniche di oggi: Keith Emerson lo
usa per sventrare i Quadri da un'esposizione di
Mussorgskij, dando la stura a un genere (le riletture rock della
musica classica) che nel decennio produrrà anche numerose
sconcezze. Il primo Moog che si ascolterà mai su disco
sarà il finale di Lucky Man, sul primo lp di EL&P.
In Italia, paese dove EL&P diventano subito popolarissimi, il
primo Moog sarà il ritornello (suonato, non cantato!
Grande trovata) di Impressioni di settembre. Franz
Di Cioccio, batterista della PFM, racconta così l'idea:
Quell'inciso era talmente bello che ci sembrava di non
avere a disposizione lo strumento adatto per farlo. Provammo con
il flauto, lo facemmo con la chitarra, ma era troppo normale.
Mancava lo strumento...ma questo strumento esisteva. Lo avevamo
sentito in un pezzo di Emerson Lake & Palmer, Lucky Man.
Ci informammo e venimmo a sapere che lo importava la ditta
Monzino. Si chiamava Moog, dal nome del suo inventore.
Incontrammo il Signor Monzino quasi per caso, alla Mostra
dello strumento del 1971. Aveva con se un prototipo di
Moog, il secondo, perché il primo era di Keith Emerson che
lo avevo ricevuto dal signor Moog in persona. Quanto
costa? chiedo a Monzino. Costava uno sfracello e mezzo. Ed
ecco apparire l'abruzzese che c'è in me; dico a Monzino:
Io penso che questo strumento potrebbe veramente dare una
svolta alla musica italiana. Dallo a noi e ne venderai almeno
dieci. Non so come, ma Monzino ci diede il moog. Incidemmo
Impressioni di settembre. Uscì il disco e fu un
botto pazzesco. Era un suono nuovo, una novità per i
sensi, una nuova creazione di immagini e suggestioni. Fu da
questo successo che nacque l'idea di fare il primo LP. Quanti
Moog vendette Monzino? Molto più di dieci!.
Questo è l'inizio della
storia. Lucky Man fu il primo trip.
Impressioni di settembre fu il secondo ed era in
italiano! Con quelle due sigle -EL&P e PFM nacque un
modo di far musica che a molti ragazzini sembrò una svolta
epocale. Fino ad allora, in Italia c'erano Sanremo, i cantautori
e i gruppi beat. La stessa PFM veniva da lì: prima di
ribattezzassi Premiata Forneria Marconi (nome che fu in
ballottaggio con Isotta Fraschini), si chiamavano I Quelli, e il
loro cantante era Teo Teocoli. Uno per uno, erano i turnisti più
ricercati di Milano: Franco Mussida, Flavio Premoli, Maurizio
Pagani, Franz Di Ciccio e Giorgio Piazza hanno suonato nei
migliori dischi di musica leggera dalla fine degli anni '60, da
Mina a Celentano, da Battisti a De Andrè. All'improvviso,
ecco esplodere una musica che a molti fa dire: questi sì
che sanno suonare! Ancora una volta EL&P, assieme ai King
Crimson e ai Van Der Graaf (e subito dopo, ai Genesis), mostrano
la via: portano nel rock il virtuosismo da conservatorio, danno
preminenza alle tastiere rispetto alle chitarre, trasformano la
batteria da ritmica a polifonica. Il primo lp della PFM esce nel
gennaio '72: si intitola Storia di un minuto e contiene,
va da sé, Impressioni di settembre. Nello stesso
1972 escono altri tre dischi epocali: i primi due del Banco del
Mutuo Soccorso, contraltare romano della milanese PFM, e Uomo
di pezza delle veneziane Orme, che mimano EL&P anche
nella formazione a trio. Le Orme sono in pista già dal '68
ma solo con Collage, nel '71, hanno centrato la formula
progressive; il Banco nasce sostanzialmente dagli studi classici
del castellano (nel senso dei Castelli: è di
Marino) Vittorio Nocenzi, che a 17 anni già scriveva
canzoni per Gabriella Ferri.
L'epoca eroica del progressive
italiano, almeno per chi scrive, coincide con il 1972. Durante il
quale, purtroppo per PFM Banco e Orme, esce anche Harvest
di Neil Young che ci fa scoprire un altro continente chiamato
America dove non serve aver studiato Beethoven per dare emozioni.
Nel '73 le Orme pubblicano un disco, Felona e Sorona, che
già allora ci sembrò assurdo. Era un disco concept,
altra trovata tipica del progressive: dischi in cui i pezzi sono
legati e formano un racconto, una saga (anche Tarkus di
EL&P e invece l'avventura angloamericana sotto l'egida di
Greg Lake, che li mise sotto contratto per la Manticore. Ne
ricavarono una notorietà planetaria, ma anche un precoce
manierismo di se stessi. Già a metà degli anni '70,
avviandoci a compiere vent'anni, ascoltavamo altre cose. Poi nel
'76 quattro sciagurati londinesi pubblicarono un 45 giri,
Anarchy in the UK, di puro, sfrenato, iperenergetico casino.
Si chiamavano Sex Pistols, e tutti dicemmo: questi sì che
NON sanno suonare, ed era proprio quello il bello! Il punk spazzò
via il progressive anche in senso ideologico: aver studiato
solfeggio e armonia divenne improvvisamente reazionario. L'essere
stati battezzati ai grandi concerti proprio da EL&P (al
Vigorelli di Milano, '72 o '73, chi si ricorda? Comunque il tour
di Trilogy) divenne quasi un peccato originale. Assai più
nobile, una medaglia, l'aver visto Bruce Springsteen a Zurigo
nell'81 e Neil Young all'Arena di Verona nell'82.
Ma la storia della musica, come
la storia delle nostre vite, è fatta di corsi e ricorsi.
Oggi Impressioni di settembre torna in pompa magna e si
scopre che il progressive italiano non è mai morto, ha i
suoi cultori, le sue ristampe , i suoi fan-club, in Italia e nel
mondo. I tre gruppi fondamentali hanno ricchissimi siti internet,
rispettivamente www.pfmpfm.it,
www.leorme.org
e www.bancodelmutuosoccorso.it
. Curiosità: perché il sito della Premiata ha la
sigla doppi? Perché se aprite il sito www.pfm.it
saprete tutto su una ditta che fabbrica macchine per imballaggio
in quel di Torrebelvicino, provincia di Vicenza, e ha la stessa
sigla dei nostri eroi. E' nata nel '74, tre anni dopo Impressioni
di settembre, ma è stato più veloce a
registrare il sito. Magari di un minuto, ma un minuto è
pieno di storie, e che meglio della PFM lo sa?
Alberto Crespi L'UNITA'
20/08/2002
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Mini- dizionario
del Progressive Rock
ll progressive rock,
con tutto il suo carico di riferimenti alla musica colta, di
sintetizzatori, rimandi teatrali e letterali mosse in profondità
le acque minerali degli ani '70, dell'Inghilterra fino al
Belpaese. Per orientarsi, un piccolo dizionario
progressive potrà esservi utile.
Progressive. Beh, il
senso era di dare un'aura, forse un po' ingenua, di
intellettualità al rock. Gli elementi di fondo del
progressive sono due: l'introduzione di moduli presi dalla musica
cosiddetta classica suite, ouverture eccetera con
ciò che ne consegue in termini di virtuosismo, e la
scoperta della nuova strumentazione elettronica (moog,
sintetizzatori e similari) che per la prima volta mette in crisi
il dominio della chitarra elettrica a favore delle tastiere
permettendo, peraltro, un'espansione orchestrale del classico
gruppo rock. Da lì la riscrittura, per esempio, di Bach da
parte dei Nice, I quadri di un'esposizione di Mussorgskij
degli Emerson, Lake & Palmer.
Concept album. In
realtà, l'idea di un disco a tema
ovvero costruito intorno ad un unico concetto che
regge tutta l'opera trova la sua origina in St.
Pepper's dei Beatles. Passata l'onda di Tommy degli
Who, considerata la prima opera rock, i concept album più
proverbiali sono The Lamb lies down on Broadway dei
Genesis, Thick as a brick dei Jethro Tullo, Tarkus
degli Emerson, Lake & Palmer e per quattro riguarda gli
italiani Darwin del Banco. L' album suite,
ovvero u disco composto da un unico brano (o suite) ne è
una derivazione. L'esempio classico è Tubolar Bells
di Mike Oldfield.
King Krimson. Il
progressive vero e proprio nasce lì, nel 1969, dal re
cremisi: In the court of Crimson king è
l'album seminale, un esordio folgorante. Brani lunghi che
incrociano rock duro, jazz e musica classica, testi con ambizioni
visionario-letterarie (illuminante, al proposito di cosa fossero
i primi King Crimson, la confessione del loro
fondatore, Robert Fripp, che ha detto di aver avuto la
folgorazione scoprendo contemporaneamente Stravinsky, i Beatles e
Jimi Hendrix). Fu un'esplosione: di lì a poco si
diffonderanno il verbo, gli intrecci armonici e il virtuosismo
degli Yes, dei Genesis, dei Var Der Graaf Generator, degli
Emerson, Lake & Palmer, in un vortice musicale che raggiunse,
a tratti, livelli di grande profondità. Di cui è
facile oggi sentire la mancanza.
R.Bru.
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