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RAFFAELE PIAZZA

Sera di serra


Sera di serra


Sera pari a serra: albereti

nel nulla, piante sacre

l’abetaia il filare

di pini, il tempo attende

un osceno sagrato

dove i ragazzi hanno

disegnato in quello sperdersi

d’ombre, una malia

per gli angeli new age.

Le tinte te le chiedo,

Giovanna, se quel luogo

è Padova o se è Venezia

a Napoli si continua

ad essere felci felici.


Presumo un arcobaleno

o una delle sette tinte

mancanti forse il rosa

intenso del figlio

nella camera del misticismo

in legno dove i doni

sono versi e in una goccia

si condensano

in brina (oggi il tempo è nero)

ogni amata e ogni amante

storie dei baci

dove vanno le parole

il ritmo di salive da bere

l’adolescenza è perfetta

ma non si tradisce

la gioia scuote ed è vento

i rami elastici dei beniamini

sulla chiostra del balcone.


passami quel rosa del bambino

(oggi forse sei rosavestita)

il tempo a Salisburgo

ricorda viaggi e forse

all’aereoporto Karajan

partono aerei più sicuri

di me: partenza

al mattino quando il pastello

del cielo la sua essenza

rivela intermedia

tra viatico (un orologio

al polso regalo dell’amica)


e uno sguardo a rondini di platino

e tu chiedimi la continuazione.



Raffaele Piazza

2004


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