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Sera di serra |
Sera di serra
Sera pari a serra: albereti
nel nulla, piante sacre
l’abetaia il filare
di pini, il tempo attende
un osceno sagrato
dove i ragazzi hanno
disegnato in quello sperdersi
d’ombre, una malia
per gli angeli new age.
Le tinte te le chiedo,
Giovanna, se quel luogo
è Padova o se è Venezia
a Napoli si continua
ad essere felci felici.
Presumo un arcobaleno
o una delle sette tinte
mancanti forse il rosa
intenso del figlio
nella camera del misticismo
in legno dove i doni
sono versi e in una goccia
si condensano
in brina (oggi il tempo è nero)
ogni amata e ogni amante
storie dei baci
dove vanno le parole
il ritmo di salive da bere
l’adolescenza è perfetta
ma non si tradisce
la gioia scuote ed è vento
i rami elastici dei beniamini
sulla chiostra del balcone.
passami quel rosa del bambino
(oggi forse sei rosavestita)
il tempo a Salisburgo
ricorda viaggi e forse
all’aereoporto Karajan
partono aerei più sicuri
di me: partenza
al mattino quando il pastello
del cielo la sua essenza
rivela intermedia
tra viatico (un orologio
al polso regalo dell’amica)
e uno sguardo a rondini di platino
e tu chiedimi la continuazione.
Raffaele Piazza
2004
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