|
BIBLIOTECA
| EDICOLA
|TEATRO
| CINEMA
| IL
MUSEO | Il
BAR DI MOE | LA
CASA DELLA MUSICA |
LA CASA DELLE TERRE LONTANE |
| LA
STANZA DELLE MANIFESTAZIONI | NOSTRI
LUOGHI | ARSENALE
| L'OSTERIA
| IL
PORTO DEI RAGAZZI | LA
GATTERIA |
Modena City Chiapas |
C'è tutto il loro mondo al quale ci hanno abituato da un po' di anni, nel nuovo lavoro dei Modena City Ramblers Viva la vida, muera la muerte! C'è passione, c'è l'amore per una musica che tocca i cuori e che racconta del mondo com'è oggi veramente, senza le mediazioni manipolate di tubi catodici o di informatori di regime. E c'è anche l'impegno, lodevole e tangibile in questo caso: in accordo con le Universal, per ogni disco venduto la Coop destinerà un euro ad Acqua per la pace, la campagna per rivendicare il diritto universale e inviolabile all'acqua, per impedire che divenga causa o strumento di conflitto, perché rimanga patrimonio comune dell'umanità intera, così da finanziare progetti di solidarietà per la vera emergenza che nei prossimi anni vedrà i popoli più poveri alle prese con la ricerca di una risorsa vitale. Con Viva la vida, muera la muerte! - che è la frase con cui i rappresentanti delle comunità zapatiste del Chiapas chiudono i loro discorsi di benvenuto agli ospiti che considerano loro amici fanno otto album (e ben mezzo milione di dischi venduti) dal 1991, anno in cui i Modena City Ramblers giravano i paesi emiliani raccontando di storie della verde Irlanda. Hanno allargato gli orizzonti, le loro destinazioni, hanno valicato l'oceano, sono andati nel Chiapas a vedere, un po' come fanno da sempre nel loro modo di muoversi, come dicono anche viaggiando nella memoria, andando, insomma, dove c'è una storia da narrare, dove le persone sono le protagoniste del loro destino. E' un album composito, non legato soltanto a una latitudine, ma ha una sottile trama che unisce i brani ed è legata agli uomini e alle donne, come dicono ancora aldilà dei discorsi, delle professioni di militanza, delle teorie, degli slogan, delle bandiere, contano i fatti e le utopie che hanno contribuito a realizzarli, piccoli o grandi che essi, ed esse, siano. Solo mettendosi in gioco per migliorare un poco la vita si riuscirà a sconfiggere la morte. Sono canzoni intrise di dignità e di speranza, che viaggiano dal Centroamerica delle comunità zapatiste che si definiscono municipi autonomi di resistenza, all'altra sponda dell'Atlantico dove c'è il popolo saharawi nelle tendopoli in Algeria, esiliato dalla propria terra, l'ex Sahara spagnolo, rivendicata e occupata dal Marocco. Sono brani che parlano della lotta di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia perché aveva il dono di essere coraggioso, onesto e coerente prima di tutto con se stesso per essere generoso con gli altri (con un frammento del dialogo dal film I cento passi di Marco Tullio Giordana), o di Fabrizio De Andrè di cui i Modena City Ramblers propongono una versione de Il testamento di Tito che è una ballad incalzante e senza fronzoli, scelta perché per la band emiliana il cantante rappresenta da sempre il lucido cantore delle ipocrisie del mondo e degli uomini. El Presidente, poi, è un pezzo che dipinge in modo appropriato una figura di governo che, con atteggiamento benevolo e paternalistico, pretende di essere seguito in maniera totale e indiscutibile, mostrando gratitudine per quanto fa per il popolo. Figura di un populismo molto frequente in Sudamerica. Non ci meraviglieremmo che la canzone dei Modena City Ramblers, magari, nei prossimi mesi parte della colonna sonora delle nostre piazze col suo testo (Presidente operaio, allenatore, cantante, filoamericano il suo volto per la strada è sicurezza e garanzia) che ben si attaglia sulla figura del nostro presidente emulo di Dorian gray, restituito di recente alle folle con la sua nuova carrozzeria. Viva la vida, muera la muerte! È una perfetta sintesi di quelli che sono, da un paio d'anni a questa parte, il sounf e il verbo del gruppo: lingue differenti, incroci di culture anche distanti, poesia, internazionalismo, lotta, amore per le proprie origini (vedi le canzoni in emiliano), soprattutto tanta curiosità appagata e riprodotta nei brani. Cisco Bellotti, i suoi compagni (Ice Ghiacci, Franco D'Aniello, Fry Moneti, Roberto Zeno, Kaba Cavazzuti, Luca Giacometti e Daniel Contardo. Insieme ad altre presenze tra cui C. Max) ci danno dentro con gusto e il risultato si sente. Per presentare l'album sono pronte una ventina di date a partire dal 20 febbraio a Fossano (Cuneo), per proseguire fino al 23 aprile al Mazdapalace di Milano. Luis Cabasés L'UNITA' 24/01/2004 |
|
MOTORI
DI RICERCA | UFFICIO
INFORMAZIONI | LA
POSTA | CHAT
| SMS
gratis | LINK
TO LINK!
|
LA CAPITANERIA DEL PORTO | Mailing
List | Forum | Newsletter | Il
libro degli ospiti | ARCHIVIO
| LA
POESIA DEL FARO|