|
BIBLIOTECA
| EDICOLA
|TEATRO
| CINEMA
| IL
MUSEO | Il
BAR DI MOE | LA
CASA DELLA MUSICA |
LA CASA DELLE TERRE LONTANE |
| LA
STANZA DELLE MANIFESTAZIONI | NOSTRI
LUOGHI | ARSENALE
| L'OSTERIA
| IL
PORTO DEI RAGAZZI | LA
GATTERIA |
Addio Dee Dee, icona del punk |
Morire a cinquant'anni di eroina. Le stigmate del punk che riaffiorano quando meno te lo aspetti, quando credi che sia impossibile, dopo tanti anni vissuti pericolosamente, lasciare questa terra. Morire venticinque anni dopo la nascita del genere non genere, dopo quella scossa elettrica che ha cambiato i connotati alla musica, mentre i colleghi britannici festeggiano il giubileo della regina, sopravvissuti e imborghesiti con i proventi della più grande truffa del rock. Too tough to die, è scritto in questi giorni sulla home page del sito di Dee Dee Ramone: troppo duro per morire, come il disco del 1985. E sotto, il testo di Wart hog: Ho preso la mia dose, mi sento male, è un mondo malato, malato, malato. La morte è il prezzo che pago.... Un prezzo che ancora una volta si tinge di evento spettacolare, proprio nella morte, avvenuta lo scorso anno mercoledì nella sua casa di Hollywood. Eppure, per anni, Dee Dee è stato un sopravvissuto, un miracolo, Sopravvissuto al suo stesso gruppo, su cui scrisse un libro, Lobotomy: Surviving the Ramones, con la storia dei primi concerti allo storico locale del punk newyorchese, il Cbgb's, fino allo scioglimento della band nel 1995. Lo scorso anno se n'era andato Joey, stroncato da un male incurabile, e qualcuno si era affrettato a pubblicare il disco postumo del dinoccolato con gli occhialini scuri, un disco lanciato da un singolo-cover: What's a wonderful word di Armstrong, rivisitato ovviamente in chiave punk, il fondatore dei Ramones, ovvero di larga parte del punk newyorchese, quello che non ebbe una eco straordinaria sul suo paese, ma di cui tanti portano i segni indelebili. A questo giro nessuno se lo aspettava, e la macchina del business, impreparata, starà fremendo. Ma guarda caso, ironia della sorte (o della morte), sono già pronti due dischi di tributo, tributo sincero però, in uscita entro la fine dell'estate. In uno ci sono solo gruppi scandinavi, nell'altro una manciata di super nomi, anche insospettabili, come Tom Waits e i Red Hot Chili Peppers. Perché tutti devono qualcosa a quel movimento, anche se al tempo del loro fulgore, il caso Ramones, soprattutto in Europa, coincise con accuse di simpatie destrorse (Dee dee non disdegnava il collezionismo di oggettini del terzo Reich), quando in realtà, si trattava di una pratica estetizzante, molto adolescenziale. Giubbotti di pelle nera, jeans, magliettine american-style, eccoli i Ramones dell'epoca, figli del surf, del garage rock, del bubble gum pop, tutto lanciato ad alta velocità, velocità pericolosa ed estremamente elettrizzante per i teenagers dell'epoca. Velocità che li caratterizza dal primo disco del 1976: The Ramones, costato poche migliaia di dollari per una trentina di rumorosi minuti al fulmicotone. Per descriverli, oltre alla loro musica, bisognerebbe ripescare Rock'n'roll highschool, la pellicola diretta nel 1979 da Allan Arkush, che racconta una storia tutta americana: quella di una scuola superiore invasa da studenti rockettari per nulla interessati all'istruzione che mettono l'edificio a ferro e fuoco, si ribellano alla preside bacchettona aiutati proprio dai Ramones la cui musica incendiaria percorre tutto il film e nominano Joey, Dee Dee e compagni studenti onorari. Quasi un'autobiografia, dal momento in cui i ragazzi che volevano sniffare la colla si conobbero proprio a scuola,. Non certo nichilisti come i colleghi Sex Pistols, non certo politicizzati come i signori Clash di Joe Strummer. Ironici, cinici, furbi, ma altamente auto-distruttivi. Sicuramente (con consapevolezza), triturati dal business, quando la loro Hey! Ho! Let's go! Viene da anni usata come coro nelle partite dell'Nba, quando presto, oltre alle decine di raccolte già uscite, verrà pubblicata una compilation sui tempi storici del Cbgs's, il tempio del punk a metà degli anni Settanta (assieme alla musica di band come Television, Blondie e Talking Heads), quando lo stesso Dee Dee, in tempi più recenti, decideva di creare una band di cover dei suoi stessi Ramones, o quando già si staranno accapigliando per pubblicare il suo quinto libro, terminato poco prima di morire. Già, perché Dee dee non era solo il bassista e fondatore dei Ramones, ma anche un musicista solista, un pittore, uno scrittore. Nato in Virginia, cresciuto in Germania (per via della carriera militare di suo padre), e trasferitosi nel Queens, il quartiere popolare di New York, dove i ragazzo già bazzicava le strade più malfamate, incontrando presto l'eroina oltre la musica dei suoi eroi: Hendrix, i Beatles, i Rolling Stones, gli Stooges e i New York Dolls, che gli avevano aperto strade inattese. Strade turbolente e piene di insidie, fino a quest'ultima, fatale, arrivata proprio per Douglas Glenn Corvin, cha da ragazzo diceva di essere troppo duro per morire. Silvia Boschero L'UNITA' 08/07/2002 |
|
MOTORI
DI RICERCA | UFFICIO
INFORMAZIONI | LA
POSTA | CHAT
| SMS
gratis | LINK
TO LINK!
|
LA CAPITANERIA DEL PORTO | Mailing
List | Forum | Newsletter | Il
libro degli ospiti | ARCHIVIO
| LA
POESIA DEL FARO|