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ANGELO |
Gli altri parevano danzare a ritmo con i continui riverberi che il sole concedeva a questo spazioso
androne. Le spesse mura non servivano a fermare ciò che invece era come un turbinio, come una
girandola.
Angelo aveva appena pranzato e giocava con un fiammifero a mò di stuzzicadenti.
Landrone poteva essere una bella nicchia, un ottimo avamposto per osservare.
I gesti meccanici che gli altri compivano, a lui invece garantivano un caldo e tranquillo pomeriggio.
Osservava con spirito quelle braccia e quelle mani.
Un giornale gettato, un settimanale abbandonato, un libro dimenticato, un quaderno scagliato.
Piccoli segnali, lunghe feritoie in cui lui si inseriva.
A lui sembrava di incolonnarsi in un percorso già tracciato.
I grossi scarponi che tenevano i piedi spingevano un corpo magro e indolente alla conquista di un
pezzetto di carta, come lo chiamavano gli altri compagni di bisboccia.
Ardeva quando i suoi occhi potevano incrociare vagoni di parole, si rifugiava in questo incanto che
da poco sperimentava.
I compagni si lamentavano quando mancava lalcool.
Lui accompagnava il loro guaire con una irriguardosa alzata di spalle mentre alzava lo sguardo e
imprecava quando qualcuno gettava con stizza un panino o un gelato.
Angelo doveva infatti, con riguardo, estrarre il quotidiano senza che si imbrattasse di rivoli che
scendevano copiosi lungo i fogli e si mescolavano scandalosamente con il piombo.
Mai aveva detto : Basta ci rinuncio ! nonostante lacqua confluisse sui vari fogli
affastellandosi in una amalgama simile a fango.
Con il passare del tempo aveva imparato a intervenire con prontezza.
Si era procurato un bel paio di guanti per compiere loperazione e i suoi denti digrignavano nei
momenti in cui male interveniva.
Le maniche di camicia si inzuppavano di strane strisce più o meno lunghe.
La puzza che vi si appiccicava mal sopportava caramelle e cioccolata del bar.
I denti digrignavano, una leggera smorfia si affacciava sul viso e il corpo si tendeva ad arco.
Non poteva tollerare che i giornali si sporcassero.
Non poteva accettare incerte righe su una camicia sporca. Quando loperazione riusciva diceva : Alla prossima .
In quelle occasioni cercava sedie grigio metallizzato. Non temeva le grida dei camerieri né lo sguardo sdegnoso di occasionali avventori. I giornali, i libri andavano letti su una sedia particolare. Le panchine di plastica le lasciava agli altri. Solo lui poteva concedersi il lusso di un tale riguardo. |
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