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Crowe: "Io, pugile tutto casa e boxe" |
Finora non ha avuto molto successo in America Cinderella Man, l"uomo Cenerentola", il film di Ron Howard interpretato da Russell Crowe e Renée Zellweger che racconta la storia di James Braddock, il pugile dei tempi della Grande Depressione che impresse una clamorosa sconfitta, nel 1935, al campione del mondo dei pesi massimi Max Baer. E due grandi catene di sale cinematografiche hanno deciso una sorta di promozione: assicuravano il rimborso del prezzo del biglietto in caso di insoddisfazione. Ma pochissimi hanno voluto indietro i soldi. Forse la boxe non usa più (come si era sentito dire Clint Eastwood quando cercava fondi per il suo Million Dollar Baby, film che lo scorso anno vinse l'Oscar), però Cinderella Man è bello, anche se forse fin troppo dentro i canoni hollywoodiani, e racconta una storia positiva, scaturita da un periodo nero della storia americana, quello susseguente la crisi del '29. Una storia condita con una buona dose di retorica e, proprio per questo, la storia ideale per piacere in America e per conquistare l'Oscar. Per Cinderella Man infatti, si parla già di una possibile candidatura alla Statuetta. Però prima ci sarà la Mostra di Venezia, dove passa fuori concorso. Erano otto anni che Russell Crowe tentava di realizzare questo film, otto anni che l'attore australiano riceveva solo parole di disinteresse. La svolta è arrivata sul set di A Beautiful Mind, il film che per la prima volta vedeva lavorare insieme la coppia Howard-Crowe e che vinse l'Oscar nel 2002. L'attore raccontò del suo progetto al regista e anche lui prese tempo: "Non ero molto interessato ad una storia di sport anche se mio padre, appassionato di boxe, mi aveva raccontato mille volte di quando lui e suo padre andarono a seguire alla radio quel famosissimo incontro di pugilato". Ma Crowe insistette e Howard si fece convincere. "Ho adorato James Braddock. Era il tipo d'uomo che tutti vorremmo essere, onesto e leale. Quando, gettato a terra dalla crisi del 29, chiese aiuto all'ufficio del "welfare" gli venne data una cifra a fondo perduto, un'ottantina di dollari. Appena Braddock fu in grado di restituire quei soldi con la boxe, li restituì, anche se non era dovuto. Ho la ricevuta. L'ho trovata attraverso un sito di aste online e l'ho comprata, rappresenta il valore morale di quell'uomo. Non mi capita spesso di amare tanto un mio personaggio. Anzi mi è capitato di interpretare ruoli detestabili, l'ho fatto per il divertimento di quell'esperienza, ma Braddock mi è piaciuto subito, come uomo e come sportivo". Mr. Crowe, gira voce che Howard, insieme allo sceneggiatore Akiva Goldman, abbia fatto ricerche per cercare qualche pecca nella vita di Braddock, qualche incontro truccato, qualche collegamento al crimine organizzato. Era troppo perfetto? C'è questa teoria, che Braddock sia stato quasi santificato, ed è una teoria che mi fa venire i nervi. Se non vi va di andare a vedere una storia positiva, la storia di un brav'uomo che è morto a sessantanove anni nella casa comprata con i proventi di quel famoso incontro, assistito dalla moglie e dai figli, allora sapete che vi dico? Non andate a vedere questo film, perché questa è la storia di Braddock, che vi piaccia o no. Una storia semplice che, a quanto pare, non è stato facile raccontare. Cinderella Man è stato uno dei lavori più difficili che abbia mai fatto. Soprattutto fisicamente. Almeno tre o quattro volte più difficile del Gladiatore. Alla fine della giornata ero tutto dolorante, la schiena, le spalle, mi sono anche fatto male. Passavo fino a dodici ore al giorno con addosso solo i guantoni e il mio sudore. A un certo punto ho detto al fisioterapista che le mie urine si erano fatte scure e lui mi ha detto: "Devi smettere il più presto possibile, sei clinicamente disidratato e il tuo corpo si sta nutrendo dei suoi stessi muscoli". Per 36 giorni sono andato avanti così. Anche a lei piace "lottare": qualche tempo fa ha gettato un telefono in faccia al portiere di un albergo di New York. Ho già chiesto scusa per quell'episodio. Dico solo che quando sei lontano dalla tua famiglia e sei stanco, stressato per il lavoro, ti può capitare di cedere ai nervi. Ho tirato il telefono ma non volevo colpire nessuno. Anche lei adesso ha messo su famiglia. Essere padre è fantastico, ha cambiato la mia vita. Ogni giorno, da quando è nato mio figlio ho una cinquantina di occasioni in più per sorridere. Qualche volta mi chiedo come ho fatto prima a sopravvivere senza mia moglie e mio figlio. Quindi quelli di James Braddock, così devoto a sua moglie e ai tre figli, sono valori che condivide? Una delle battute che ho amato di più del film è quella in cui rispondo a un cronista che mi chiede perché combatto. Gli dico: "Combatto per il latte". Braddock combatteva per poter comprare il latte ai suoi figli. Ha ottenuto il successo, è diventato "Cinderella Man" per il latte. Sento di poter dire che allora era meglio di adesso. Intervista di Francesca Gentile LUNITA 07/08/2005 |
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