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La
citazione bibliografica della risorse elettroniche remote di Marina
Usberti
indice
principale
1. INTRODUZIONE
Lo
scopo del testo di questa documentazione - parte conclusiva del
modulo didattico dedicato alle norme citazionali preparato
all'interno del "Seminario sperimentale per gli studenti su
ricerca, uso e valutazione delle risorse informative" svoltosi
nel mese di settembre 2001 a cura del Settore Biblioteche
dell'Università di Parma- é quello di offrire un primo
approccio nei confronti del tema della citazione bibliografica dei
materiali elettronici accessibili via rete, offrendo alcune chiavi
interpretative del problema a livello teorico nonchè uno
schema di base di esempi pratici di riferimento.
"Cyberspace.
A consensual hallucination experienced daily by billions of
legitimate operators, in every nation, by children being taught
mathematical concepts ... a graphical representation of data
abstracted from the banks of every computer in the human system.
Unthinkable complexity. Lines of light ranged in the non-space of the
mind, clusters and constellations of data. Like city lights,
receding.... "
(William Gibson,
Neuromancer)
"Citation
is the practice of systematically indicating the origins of
thought, ideas, or knowledge (...). The big picture is about
knowledge building: each piece of reported research adds to the
collective construction of knowledge. Research serves as the
foundation on which new contributions to knowledge are built. Without
citation, there is no reliable and organized system for knowledge
building, no mortar for securing the foundation."
(Janice Walker & Todd Taylor, The
Columbia Guide to Online Style)
"Il testo
informatico ha tre
caratteristiche significative: è un testo fluido, che non
esiste (non c'è motivo di conservarlo, posso vederlo solo
temporaneamente); è un testo dinamico, che cambia sotto i miei
occhi e dove la dinamicità ha un senso; è un testo
partecipativo - che non vuol dire interattivo, termine che può
avere una quantità di significati, ma che generalmente si
utilizza come la scelta di un percorso da parte di un fruitore dentro
elementi strutturati."
(Jean Pierre Balpe in
Mediamente.
Interviste)
Oggi
accade sempre più frequentemente che con l'evoluzione della
rete e la sua diffusione capillare le informazioni si presentino in
formati che un tempo non erano presi in esame dalle tradizionali
norme per la citazione. Un numero sempre crescente di documenti è
infatti oggi accessibile in forma elettronica, sia a livello locale
(CDRoms, microfilms, microfiches, audio e videocassette...) che in
modo remoto attraverso il supporto della rete, in particolare della
rete nella sua veste di massima divulgazione, il world wide web
(1).
Già da un primo sguardo superficiale e profano a questo mondo
di informazioni in costante movimento appare palese come i suoi
meccanismi di evoluzione e comunicazione lo facciano apparire un
mondo di per sè costituzionalmente refrattario al concetto di
citazione standardizzata, facendo assumere al lavoro di catalogazione
e di descrizione di queste risorse la forma di uno sforzo
apparentemente paradossale (2).
Queste osservazioni trovano particolare riscontro specie quando si
considerano i documenti elettronici disponibili via web, che
costituiscono oggi la maggior parte delle risorse remote più
comunemente disponibili alla consultazione di uno studente
universitario o di un utente comune della rete.
Se rileggiamo la
frase di Jean Pierre Balpe, riportata a introduzione di questo testo
da una intervista apparsa nell'estate 2001 sul sito web di
Mediamente,
osserviamo come i tre aggettivi (fluido, dinamico, partecipativo)
con cui lo studioso francese stigmatizza l'identità del testo
elettronico appartengano tutti al mondo del movimento e della
mobilità: Balpe ci dice che il testo elettronico produce per
sua natura "un flusso e non uno stock" e che il suo
connaturato dinamismo esige una lettura "partecipativa",
non necessariamente interattiva ma comunque sempre non passiva, un
tipo di lettura che si articola secondo i modi di un "percorso"
all'interno della struttura del testo stesso, un viaggio dunque
dentro uno spazio-labirinto mentale prima che scritto e per
definizione aprospettico (gli "agglomerati e costellazioni di
dati" del non-spazio di Gibson, le luci notturne della cybercity
che si aggregano, riproducono e sfuggono all'infinito) dove la
profondità, l'orizzonte, il punto di fuga, la "fine",
non si vede nè intravvede all'inizio ma si conquista
progressivamente per segmenti, finestre da aprire o tralasciare,
links, strade alternative, punti fermi e "isole" che devono
essere collegate, appunto, "viaggiando". Il senso finale
del viaggio, il senso complessivo della lettura del testo è il
risultato delle scelte che si compiono all'interno di questo percorso
soggettivo.
Se queste caratteristiche del testo elettronico si
applicano ovviamente in modo esemplare al concetto di ipertesto e
alla struttura reticolare del web prodotta dal mitico
protocollo http, esse non sono comunque del tutto estranee
nemmeno ai documenti accessibili in modo remoto attraverso gli altri
protocolli di rete nè alle trasposizioni su web di documenti
derivati per tipologia o anche integralmente dal cartaceo come
articoli su riviste elettroniche ed e-texts di vario tipo,
oggetto più frequente di citazione bibliografica per uno
studente universitario. Tralasciando la semantica dell'ipertesto e le
sue implicazioni estetiche a noi occorre comunque tenere conto in
primo luogo che oggi il problema della citazione di questo tipo di
materiali è strettamente connesso a quello che potremmo
definire il modo peculiare con cui questo tipo di informazione si
diffonde e raggiunge il proprio utente finale. L'informazione
elettronica via rete e via web in particolare è innanzitutto
un tipo di informazione non mediata, non "pilotata", spesso
free access. Mentre nel campo delle risorse cartacee il mondo
accademico ha agito per anni come una sorta di filtro -assumendosi il
compito di scindere il bene dal male a livello di qualità
dell'informazione- e dunque proprio le biblioteche universitarie in
particolare hanno collaborato ad offrire ai propri studenti un tipo
di informazione setacciata dal superfluo, scientificamente
verificata, qualitativamente appropriata alla propria utenza, oggi
l'utente tipo di una biblioteca accademica non ha più a
propria disposizione solo degli scaffali di materiali scelti ma,
grazie all'accesso alla rete, un intero universo parallelo,
infinitamente elastico e anche orgogliosamente anarchico, di
informazioni eterogenee, a volte anche incoerenti, a volte dispersive
e ripetitive, solo parzialmente filtrabili attraverso il lavoro
estenuante di catalogazione e organizzazione dei vari indici
tematici, portali, cataloghi. Ripensando a Balpe ecco che citare
nonchè descrivere o archiviare un tipo di siffatta
informazione significherà allora in primo luogo osservarla
sotto una sorta di lente di ingrandimento che ne evidenzi i dettagli
strutturali, leggerla appunto in modo "partecipativo": per
essere descritto -e anche per essere in qualche modo archiviato e
conservato- il documento deve essere "smontato", occorre
individuarne le parti componenti, le ancore stabili, gli "elementi
portanti" che possono in qualche modo circoscriverlo
attribuendoli un'identità se non stabile quanto meno
universalmente riconoscibile, immunizzandolo contro i rischi più
autolesionistici del suo DNA fluido. Imparare a riconoscere
l'identità di un documento disponibile via rete e citarlo cioè
descriverlo in modo standardizzato e corretto significa compiere un
passo necessario e decisivo per tutelare questo mondo ricchissimo ma
brulicante di informazioni dai rischi di ghettizzazione impliciti nel
fascino postromantico, tendenzialmente narcisista, del suo Mito: il
cyberspazio come camaleontico melting pot di informazioni,
inafferrabile, ribelle, mimetico, antiaccademico.
1.
2. Oltre lo stile. Le regole generali di citazione di una risorsa di
rete:
accessibilità,
rispetto del copyright,
sinteticità e standardizzazione.
Nella
molteplicità delle forme, spesso tendenti all'ibridismo, che
possono essere assunte da questo tipo di risorse occorre in primo
luogo, a priori e indipendentemente dallo stile specifico di
citazione più opportuno da scegliere in base al contesto
disciplinare, stabilire alcune regole fondamentali a cui rifarsi ogni
qual volta si sceglie di citare una risorsa online.
Scopo primario
della citazione di qualsiasi tipo di materiale é
quello di renderlo localizzabile in caso di necessità
di approfondimento da parte di chi legge, dunque renderlo accessibile
nel modo più semplice possibile. Al di là dello
stile scelto questo principio é il primo fondamento di
qualsiasi stile o regola di citazione in modo particolare per quel
che riguarda le risorse elettroniche remote in quanto nel nostro
contesto di discussione il termine accessibilità assume una
valenza nuova, in qualche modo magica, del tutto inibita alle risorse
di tipo tradizionale: citare in modo corretto una risorsa web
significa non solo dire al lettore dove può trovarla ma spesso
offrirgliela in modo diretto e immediato, hic et nunc, almeno
nel senso più effimero del termine, data la sostanziale
provvisorietà dei contenuti della rete (3).
Anticipando ciò che verrà in seguito definito in
modo più dettagliato a livello del paragrafo dedicato agli
elementi della citazione, sottolineiamo da subito che il primo
imperativo nella citazione delle risorse elettroniche online é
dunque quello di una CORRETTA ED ESTESA
INDICAZIONE DEGLI INDIRIZZI DI RETE DELLE RISORSE, indicazione
che consenta il loro accesso sia nel caso la citazione sia inserita
all'interno di un testo stampato sia essa venga letta in versione
online. Se per esempio la vostra tesi (e la relativa bibliografia) é
composta in vista di una ipotetica pubblicazione su web e intendo
comporre il testo utilizzando un editor di pagine web o un word
processor che consenta la conversione automatica in linguaggio html,
la norma dell'accessibilità implica la necessità di
evitare in bibliografia e nella citazione intertestuale o a pié
di pagina- l'occultamento estetico del link all'interno del titolo
della risorsa che é tipico del look delle pagine web. Occorre
prendere in considerazione il fatto che la citazione deve rendere
accessibile il documento indipendentemente dalla forma in cui viene
letta e che una bibliografia é in primo luogo una forma di
documentazione scientifica e solo secondariamente, eventualmente, un
documento pubblicabile su web.
Shields, Graham. Electronic Information. Cite it right! Individual types of publication. Sept 1998. http://www.unn.ac.uk/central/isd/cite/elec.htm (08/12/2000)
E PREFERIBILMENTE NON
Shields,
Graham. Electronic
Information. Cite it right! Individual types of publication.
Sept 1998. (08/12/2000)
Vi ricordiamo
in primo luogo che nonostante le inclinazioni anarchiche della rete e
la maggiore possibilità di aggirare le regole che la
caratterizza, su un piano legale TUTTE LE REGOLE DI COPYRIGHT VALIDE
PER I MATERIALI A STAMPA SONO VALIDE ANCHE PER LE FONTI ELETTRONICHE
(web compreso) e si dovrebbe tenere conto di ciò tutte le
volte che ci si riferisce ad un contenuto intellettuale di proprietà
di altre persone, indipendentemente sia dalla forma o dal tipo di
pubblicazione del vostro lavoro (tesi di laurea, tesine preliminari,
esami scritti/papers con valutazione) che dalla forma del
lavoro altrui a cui vi riferite. Tutto ciò che contraddice
questo principio é potenzialmente plagio. Questa regola,
apparentemente semplice, assume però nel campo dei documenti
disponibili online una particolare ambiguità di sfumature,
aggravata da quello che é il concetto stesso USA di copyright.
Negli USA per le leggi federali il principio di definizione del
concetto di difesa della proprietà intellettuale si rifà
ad un modello prevalentemente economico per il quale solo ciò
che ha un potenziale valore commerciale può essere considerato
oggetto di proprietà: scopo della difesa di questo diritto é
di assicurare -per un periodo di tempo cronologicamente determinato-
all'autore di un'opera di possedere su di essa la totalità
dei diritti legali, purché il suo lavoro/opera/invenzione
abbia assunto in qualche modo una forma "fissa" (4).
Come questo concetto di forma fissa possa essere applicato ad un
mondo liquido come quello dell'informazione via internet e via web in
particolare dove ancora oggi spesso l'authorship dei documenti
appare incredibilmente mimetizzata o non é nemmeno
riconoscibile- é qualcosa di straordinariamente difficile da
definire. Torniamo a Balpe e al suo concetto di testo elettronico che
produce "un flusso e non uno stock". Tutto ciò che
tendenzialmente è refrattario ad essere archiviato,
accumulato, conservato, destabilizza nell'essenza l'idea del
"possesso", della proprietà privata, del "valore"
da difendere. La necessità di stabilire delle regole di base
stabili ed omogenee per la citazione di questo tipo di risorse specie
in ambito accademico e la necessità -parallela e implicita- di
stabilire, anche per chi scrive documenti destinati ad essere
pubblicati via web, delle regole di composizione e di firma di queste
risorse, é in prospettiva futura una svolta necessaria perché
la tutela del diritto d'autore venga legalmente estesa anche a tutte
quelle pubblicazioni che non lo sono nel senso commerciale del
termine.
Qualsiasi sia lo
stile di citazione scelto occorre, indipendentemente dal tipo di
documenti da citare, che sia correttamente osservato anche un
principio di sinteticità che prevede che nella citazione
stessa siano rese disponibili tutte le informazioni necessarie a
rendere il documento riconoscibile (e rintracciabile) senza equivoci
ma che ciò si realizzi nella forma più concentrata
possibile. A questo scopo la formattazione del testo acquista un
valore semantico preciso, non puramente grafico, che si inserisce
all'interno di un preciso linguaggio convenzionale che dunque deve
essere standardizzato, stabile, perfettamente noto sia a chi scrive
che a chi legge. Grazie a questo LINGUAGGIO DI FORMATTAZIONE
CONVENZIONALE SI POSSONO DIRE IN POCO SPAZIO MOLTE PIÙ COSE DI
QUELLE CHE SAREBBE POSSIBILE COMUNICARE ALTRIMENTI. Come per le
risorse cartacee anche nel campo delle risorse online lo stesso
ordine degli elementi assume così un significato preciso come
pure l'uso di formati particolari di carattere, per es. del corsivo
(per indicare il titolo del documento principale) o delle virgolette
(per indicare un titolo secondario, di saggio/articolo contenuto
all'interno di un documento più ampio). Nel campo delle
risorse web l'applicazione di questa formattazione convenzionale
standardizzata consente inoltre -senza esplicitarlo con formule
descrittive sovrabbondanti- di dare UN ORDINE AL RAPPORTO TRA LE
PARTI componenti quando per esempio si intende citare in particolare
una sezione precisa (per es. di un sito web) considerato che non
sempre esiste una netta distinzione numerata dei paragrafi/capitoli
all'interno dei documenti.
Es.:
Shields, Graham.
Electronic Information. Cite it right! Individual types of
publication. Sept 1998.
http://www.unn.ac.uk/central/isd/cite/elec.htm
(08/12/2000)
In questo esempio osserviamo come, senza formule descrittive aggiuntive (eliminando anche il tradizionale in), sia reso chiaro dalle convenzioni di formattazione (il rapporto virgolette/corsivo) che la citazione si riferisce ad una parte specifica (il capitolo sull'Electronic Information) inserita all'interno del sito web a cura di Graham Shields dedicato alle norme di citazione delle pubblicazioni curate da autori individuali (Cite it right! Individual types of publication). La formattazione individua in modo inequivocabile e sintetico quale é il rapporto tra le parti. Altre informazioni collaterali sulla nazionalità del sito (UK) e la sua appartenenza ad un determinato settore o dominio -in questo caso quello accademico (UNN=University of Northumbria at Newcastle, ISD= Information Science Department)- possono essere dedotte da una lettura ragionata dell'indirizzo internet, evitando così di caricare la descrizione della risorsa di ripetizioni non necessarie. La convenzione della parentesi finale evita, come vedremo nel paragrafo dedicato agli elementi della citazione, di poter confondere la data di accesso della risorsa da parte di chi scrive (l'8 dicembre 2000) con la data dell'ultimo aggiornamento o di pubblicazione/copyright della risorsa da parte del suo curatore. Attuale tendenza del Columbia Style -a cui ci rifaremo come modello per gli esempi di citazione che seguiranno nel relativo paragrafo- é quella di abolire, nel nome del principio della sinteticità e nei limiti della leggibilità della descrizione bibliografica, tutte le formule discorsive non strettamente necessarie alla comprensione della descrizione stessa (come appunto il termine in per separare il titolo di un saggio/articolo da quello principale, o altre formule ancora presenti in altri stili di citazione come il termine online, Cd-Rom etc. tra parentesi quadre dopo il titolo per indicare il tipo di supporto su cui il documento viene presentato) (5)
Naturalmente lo stile,
indipendentemente dalle preferenze disciplinari, deve comunque sempre
essere trasparente e per quanto possibile nel contesto di un
linguaggio convenzionale- sostanzialmente intuitivo.
Occorre
innanzitutto sottolineare che gli elementi principali di una
citazione bibliografica sono fondamentalmente sempre gli stessi per
tutti gli stili, indipendentemente dall'ordine della loro
presentazione. Nel caso particolare delle risorse di rete questi
elementi però pur continuando in molti casi ad essere
rintracciabili- esigono di essere rivisitati e reinterpretati alla
luce delle caratteristiche proprie del nuovo supporto: un supporto,
come osservato, molto più dinamico, fluido, instabile rispetto
alla relativa "solidità" del cartaceo, un supporto
caratterizzato da una struttura poco immediata da indagare e che
possiede una connaturata tendenza alla mimetizzazione, basti pensare
allo stesso linguaggio di programmazione delle pagine web, un
linguaggio in codice che presenta una netta frattura tra forma e
contenuto, tra l'aspetto finale destinato al lettore e lo scheletro
invisibile su cui si costruiscono le pagine, spesso oggi
paradossalmente ignoto anche all'autore stesso che può
utilizzarlo senza conoscerlo affatto grazie ad un qualsiasi editor di
pagine web che funzioni sotto la superficie e fuori dal controllo di
chi scrive- come automatico traduttore simultaneo. Ecco perché
l'identificazione degli elementi della citazione non può fare
a meno di svolgersi come tenteremo di fare- parallelamente ad
una lettura ragionata delle risorse stesse che dissezioni le varie
tipologie di documenti presenti in rete per metterne in luce le parti
componenti STABILI a cui ancorere l'identità del documento
stesso per poterlo presentare in modo comprensibile, sia nelle
citazioni a pié di pagina che intertestuali oppure nella
bibliografia finale di una tesi di laurea.
Nello schema di figura 1 abbiamo evidenziato gli elementi fondamentali comuni alle norme citazionali di qualsiasi tipo di documento, sia su supporto fisso (cartaceo o elettronico offline) che su supporto elettronico online evidenziato all'interno del riquadro più piccolo gli elementi della citazione specifici invece dei documenti disponibili attraverso la rete
figura1
1.
Autore |
|
|
6. Indicazione URL(6) 7. Data accesso |
Nello
schema di figura 2 sono stati invece anticipati alcuni sintetici
"modelli vuoti" di citazione, sia di materiali tradizionali
(7)
che di risorse elettroniche online, in questo caso specifico
disponibili via web. Affiancando le singole citazioni in uno schema
parallelo é possibile non solo un primo riconoscimento delle
singole peculiarità di descrizione ma soprattutto il
riconoscimento immediato (grazie all'alternarsi nella descrizione
degli stessi colori scelti per evidenziare le parti stabili della
citazione nella figura 1) degli elementi componenti. Si può
così osservare quali permangono e in che termini- e quali
compaiono solo nel contesto delle risorse online.
figura 2
ESEMPI DI CITAZIONE DI DOCUMENTI IN FORMATO CARTACEO: |
ESEMPI DI CITAZIONE DI DOCUMENTI IN FORMATO ONLINE (Columbia Style - Humanities): |
Articolo su rivista: |
Articolo su rivista elettronica: |
Cognome, Nome. Titolo articolo.Titolo periodico. Volume : Fascicolo (anno) : pagine. |
Cognome, nome. "Titolo Articolo." Titolo Rivista. Volume: fascicolo (anno). Indirizzo internet completo (data di accesso). |
Documento unico in formato cartaceo: |
Documento unico disponibile in rete: |
Cognome, nome. Titolo del documento. Indicazioni sull'edizione. Luogo, Casa editrice,data. |
Cognome, nome. Titolo Principale del Documento. Eventuale versione. Data pubblicazione/copyright o data ultima revisione. Indirizzo internet completo (data di accesso). |
Secondo le norme
ISO é innanzitutto obbligatoria la citazione IN QUALITÀ
DI PRIMO ELEMENTO DELLA DESCRIZIONE- della persona o persone che
detengono la responsabilità primaria nei confronti del
documento da citare. Naturalmente il concetto di RESPONSABILITÀ
PRIMARIA É SUBORDINATO A QUELLO DI PROPRIETÀ
INTELLETTUALE per cui entrambi vengono a trovarsi contemporaneamente
rappresentati da quello che é comunemente identificato come
l'autore del documento stesso. Anche nelle risorse a stampa dove
rintracciare la figura che incarna questo ruolo é reso
normalmente abbastanza semplice dall'esistenza di un frontespizio
fisso che funziona come biglietto da visita del documento- il
concetto di authorship é comunque qualcosa di raramente
identificabile in un'unica figura (l'autore principale) e che deve
nella stragrande maggioranza dei casi essere attribuito a tutti
coloro che a vario titolo possono dividere (o condividere con un
autore principale) questa funzione e le sue responsabilità. Se
nelle risorse a stampa o su supporto elettronico fisso
l'identificazione dell'authorship é comunque in gran
parte semplificata e condizionata dall'organizzazione
del frontespizio (o dei suoi sostituti come possono essere per es. i
titoli di testa di un film su videocassetta o il frontespizio
elettronico di un'opera su Cd-rom) nel campo delle risorse di rete
l'identificazione dell'autore é un processo estremamente più
subdolo e carico di incognite. Se per quel che concerne i documenti
pubblicati full-text via web come trasposizioni dirette dal cartaceo
(opere di narrativa, poesia, teatro e soprattutto articoli su riviste
elettroniche che molto spesso esistono anche parallelamente in
formato a stampa) possiamo essere ancora guidati in questa
attribuzione del ruolo di autore dalla memoria della loro recente
origine cartacea -che si trasmette come un tratto ereditario non
rinnegato in una struttura organizzativa che ricorda da vicino o
addirittura traduce l'impostazione del supporto originario
simulandolo elettronicamente (il frontespizio, l'indice, i capitoli o
gli articoli, le pagine da sfogliare)- il discorso é
molto più complesso per le risorse di rete indigene come liste
di discussione, conferenze elettroniche, newsgroups, files
disponibili via gopher, FTP o telnet e gli stessi siti web, per tutte
cioé le risorse native del cyberspazio che non somigliano a
niente di precedente. Come principio generale l'imperativo del
Columbia Style scelto come nostro principale punto di riferimento
proprio in quanto unico stile a tentare un'uniformazione in costante
parallelo delle regole citazionali e delle regole compositive delle
risorse elettroniche online- é in primo luogo rivolto ad una
esortazione costante agli autori, siano essi studiosi che semplici
studenti o laureandi, a rendere IDENTIFICABILE
SEMPRE NEL MODO PIÙ CHIARO POSSIBILE IL LORO NOME COMPLETO E
IL LORO RUOLO FUNZIONALE (8)
all'interno del documento. Dove,
cioé in quale punto del documento, queste indicazioni
devono di norma essere rese disponibili o si possono ricavare dipende
strettamente dal tipo di documento stesso.
In
linea di massima più la parentela del nostro documento web con
il cartaceo é diretta come nel caso per es. di articoli su
riviste elettroniche o di opere letterarie disponibili in linea- più
tradizionale e immediato é il metodo di ricerca degli elementi
della citazione: il nome dell'autore dovrebbe essere identificabile
senza particolari difficoltà nella PRIMA PARTE VISUALIZZATA
DELL'ARTICOLO O DEL TESTO (HEADER).
Se osserviamo il caso della
pubblicazione online di Peter
Pan in Kensington Gardens
di Barry realizzata dal Progetto Gutenberg notiamo come il nome
dell'autore sia chiaramente indicato subito dopo il titolo già
nella parte iniziale della pagina (by J. M. Barrie).
Nel caso di
opere full-text disponibili via web la lettura dell'URL non ci
fornisce alcuna indicazione ulteriore a livello di indicazione di
autore perché l'indirizzo internet
http://digital.library.upenn.edu/webbin/gutbook/lookup?num=1332)
é quello della Digital Library della University of
Pennsylvania che ospita attraverso la propria On-line Books Page
una vastissima raccolta di testi in linea pubblicati su vari servers
di Università americane e anche di progetti internazionali
come appunto il Progetto Gutenberg. Lo stesso testo trascritto a cura
del Progetto Gutenberg é per esempio accessibile su Netlibrary
tra le opere gratuitamente consultabili. In un caso come questo le
indicazioni in dettaglio riguardanti autore, titolo ed edizione sono
rintracciabili non solo da una lettura dell'header introduttivo della
pagina web corrispondente all'URL ma SOPRATTUTTO DALLA LETTURA DELLA
PARTE INTRODUTTIVA DEL FILE SCARICATO. In esso si ricavano tutte le
indicazioni relative alla versione, i termini di applicazione del
copyright, nonché, nel nostro caso, il nome del compilatore
(Scanned and proofed by Ron Burkey [email protected]) che andrà
a sua volta citato.
Nel caso di un
sito web di tipo generico le indicazione necessarie
all'identificazione dell'autore per una corretta citazione si
dovrebbero trovare IN FONDO AL DOCUMENTO DISTINTI DAL CORPO DEL TESTO
DA UNA LINEA DI SEPARAZIONE (DIVIDER) che può assumere a
livello grafico varie forme. Le indicazioni per l'identificazione
dell'autore formattate per convenzione in un carattere più
piccolo di quello del testo- dovrebbero contenere almeno il nome e
cognome dell'autore per esteso e il suo indirizzo di posta
elettronica nascosto o meno all'interno del nome ma comunque
direttamente accessibile- più eventuali indicazioni sulla
struttura di appartenenza dell'autore stesso e, specie nel caso di
pagine collocate su siti di istituzioni pubbliche, sul suo ruolo
all'interno di essa. Sempre in questo punto del sito dovrebbe venire
dichiarato con formule di tipo discorsivo (testo di, a cura di,
traduzione di, impaginazione grafica di, etc.) quale é
il ruolo (principale o secondario) dell'autore (9)
o degli autori nei confronti dell'elaborazione del testo ed é
a questo livello che si dovrebbero anche esprimere con chiarezza i
diversi gradi di una collaborazione quando, come molto spesso accade
nel web, la paternità del documento non é attribuibile
ad un solo autore. Se lo spazio di una pagina web collocato al di
sotto del divider finale fosse sempre interpretato in questi termini
lo si potrebbe considerare, a livello funzionale, quasi una forma di
sostituto del frontespizio dato che come vedremo- é proprio in
questo punto della pagina che andrebbero inserite anche altre
indicazioni fondamentali per la citazione della risorsa stessa come
l'indicazione della data di copyright o di prima pubblicazione e la
data dell'ultimo aggiornamento. Nonostante questa sia la strada verso
cui ci si sta faticosamente tentando di muovere molto spesso anche
questo luogo del sito presenta però incognite sorprendenti.
Ancora oggi il mondo del web dimostra spesso una reale predilezione
per la mimetizzazione dellauthorship in formule criptiche come
l'uso degli alias o come l'autoidentificazione ancora oggi molto
diffusa anche nei siti più seri- dell'autore nel proprio ruolo
(siti web, anche complessi per forma e contenuto o addirittura spesso
siti di istituzioni, genericamente attribuiti alla paternità
di misteriosi [email protected] rappresentati unicamente da enigmatici
alias di posta elettronica). Questa tendenza all'automimetizzazione
-per cui l'autore/Creatore tende a nascondersi dentro il prodotto del
proprio pensiero o dentro una personalità di ruolo- fa parte
per altro, dall'alba dei primi giochi di ruolo alla Dungeons&Dragons
fino a Matrix, di una certa liturgia autocelebrativa tipica
del cyberspazio in cui il gioco della contaminazione tra
universi reciprocamente sconfinanti accende la miccia di un'elaborata
e complessa contemplazione poetica della messa in discussione
dell'unicità dell'identità personale e del dubbio
-amletico- che ne deriva: il legame minacciato, contraddetto, forse
irrimediabilmente spezzato, tra Io e Ruolo, tra Realtà e
Rappresentazione. In termini concreti, dal nostro punto di vista,
obbligati a pensare alla rete non come a uno spazio altro
subdolamente compenetrato alla realtà ma come un puro supporto
informativo, dissimile solo per forma ma non per funzione a quelli
tradizionali, questo discorso rischia di diventare pericolosamente
autolesionistico: la denuncia dell'authorship é un
primo passo fondamentale verso la pubblicazione di un tipo di
informazione che, anche quando collocata al di fuori dell'editoria
commerciale, possa un giorno aspirare ad essere riconosciuta come
tale a tutti gli effetti, anche e soprattutto a livello accademico.
Nel caso di siti web generici una volta analizzato lo spazio dopo il divider finale occorrerà ricordare che l'autore o quanto resta di esso- spesso può nascondersi in altri luoghi alternativi che possono contenerne esplicitamente l'identità o possono suggerirla a livello indiziario. La PARTE INIZIALE DELLA PRIMA PAGINA DI UN SITO (header) é la prima cosa ad essere visualizzata di un sito web e spesso può essere costruita come una sorta di frontespizio simulato che può anche palesemente già contenere il nome dell'autore per esteso. Questo é vero soprattutto oltre che per i documenti full-text- per quei siti web che rispecchiano contenuti esplicitamente frutto di un lavoro individuale. In questo caso occorre ricordare che, se la nostra citazione si riferisce in dettaglio ad una parte specifica di un sito più ampio e nel capitolo che intendiamo citare non compare indicazione di autore, né nello spazio a pié di pagina sotto il divider finale né a inizio pagina, bisognerà nei limiti del possibile NAVIGARE ALL'INDIETRO ALL'INTERNO DEL SITO STESSO finche non é possibile ottenere questa informazione.
Se intendo per es. citare la parte relativa alle risorse web del tutorial di Randall Newnham sulle norme bibliografiche della MLA (Modern Language Association) osserveremo come nella parte terminale della pagina sotto il divider non compaia subito l'indicazione di autore ma venga indicato altresì come ottenerla attraverso un backbrowsing guidato che ci rivela dapprima (cliccando sul link http://www.bk.psu.edu/faculty/newnham/Citing.html inserito nella voce "How to make a bibliography") il titolo principale del documento e in seguito finalmente (cliccando sul link http://www.bk.psu.edu/faculty/newnham/Rnhome2.htm inserito nella voce return to Dr. Newnham's homepage) il nome completo dell'autore e il suo ruolo (professore associato di Scienze Politiche) all'interno della propria struttura universitaria (Penn State Berks-Lehigh Valley College).
Se l'autore non si può ricavare nemmeno tramite questa forma di backbrowsing é sconsigliabile tentare di ricavarlo da una lettura spezzata delle parti dell'URL perché spesso le indicazioni rintracciabili nell'indirizzo internet di un sito rischiano di farci CONFONDERE L'AUTORE REALE RESPONSABILE DELLA COSIDDETTA PATERNITÀ INTELLETTUALE CON IL PROVIDER INTERNET O CON IL NOME DEL SERVER (10) (paragonabili se caso al ruolo che nel cartaceo é assunto dalla casa editrice). La lettura dell'URL può costituire un modo estremo di identificazione dell'autore solo quando in esso si annida in forma sufficientemente trasparente ciò che resta del cognome o nome naturale dell'autore.
E' per es. il caso del citato tutorial di Randall Newnham riassuntivo delle norme bibliografiche della MLA in cui anche nell'URL appare con sufficiente chiarezza il cognome reale dell'autore:
http://www.bk.psu.edu/faculty/newnham/MLAWeb.html
Nei casi dubbi é
comunque preferibile ordinare la citazione in base al titolo come si
fa nel caso dei documenti a stampa con i testi anonimi, titolo che
assumerà in questo caso IL PRIMO POSTO ALL'INTERNO DELLA
DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA.
Identificazione dell'autore nelle liste di discussione, newsgroups e synchronous communication sites
Premettiamo che é
legalmente sconsigliabile all'interno della bibliografia di una tesi
o di qualsiasi altro tipo di pubblicazione la citazione non
debitamente autorizzata di qualsiasi messaggio di posta elettronica
personale ECCETTO QUELLI PUBBLICATI ALL'INTERNO DI LISTE DI
DISCUSSIONE COLLETTIVE. Nei messaggi di posta elettronica inseriti o
meno all'interno di mailing-lists, premesso che si sia autorizzati a
citarli, il nome dell'autore compare PER INTERO DI NORMA IN
FONDO AL TESTO DELLA COMUNICAZIONE e nel campo "from",
spesso separato dal testo da un divider o da una semplice linea
orizzontale. Alcuni sistemi di posta elettronica hanno la
possibilità di applicare al messaggio un biglietto da visita o
una firma elettronica completa predisposta per identificare il
mittente nel modo più completo possibile. Quando comunque il
nome personale é incompleto (per es. nel caso di una firma
informale) o del tutto mancante la citazione deve riportare CIÒ
CHE DI ESSO É RINTRACCIABILE NEL LOG-IN DELL'INDIRIZZO DI
POSTA ELETTRONICA DEL MITTENTE.
Es. :
From:
walker@nlm.nih.gov (DocMorph Server)
Date: 06/12/2000
To:
[email protected]
Subject: DocMorph Server Password
To: Marina Usberti
Thanks for registering to use the DocMorph Server located at http://docmorph.nlm.nih.gov/docmorph. Your password for this web site is:
(...)
Please retain this password, because you will need to enter it each time you use the Server.
______________________________________
Doc Morph Server
http://docmorph.nlm.nih.gov/docmorph
La citazione di un messaggio (secondo le norme del Columbia Style for Humanities) come questo sarebbe la seguente:
walker. DocMorph
Server Password. [Personal email]. (06/12/2000)
L'utilizzo
del log-in name del mittente o anche di un alias o user name come
sostituto del nome completo dell'autore é caratteristica
tipica anche della citazione di risorse di rete come i newsgroups, le
conferenze elettroniche o i cosiddetti synchronous communication
sites d'ambiente accademico dove può accadere che i files
distribuiti non siano attribuibili a un autore preciso ma
semplicemente ad un alias fittizio oppure siano del tutto anonimi.
Nel caso di conferenze elettroniche o synchronous communication sites
particolarmente qualificati a livello scientifico quando l'autore
effettivo non è rintracciabile é consigliabile
identificare come autore il moderatore della conferenza o il
responsabile del mantenimento del sito specificandone il ruolo con
una formula appropriata come il termine Comp. (per compiled by)
oppure Maint. (per maintained by) da porsi di norma dopo il
titolo (tra parentesi tonde nello stile scientifico, semplicemente
dopo una virgola in quello umanistico). Analogamente si procederà
per es. nel caso dei numerosissimi siti web di organizzazioni o enti
che non si possono considerare firmati da un unico autore ma
semplicemente curati e mantenuti aggiornati da un webmaster. In
questo caso la posizione di questa indicazione nella descrizione
dipenderà dal risalto che si intende dare a questa figura e
dal contesto della citazione. In generale se il contenuto del sito
non ha un carattere prettamente individuale L'INDICAZIONE VA POSTA
DOPO IL TITOLO mentre in caso contrario, per es. per i numerosi siti
accademici a cura di docenti universitari in cui -pur ospitando
contributi collettivi- il curatore si assume la responsabilità
intellettuale di ciò che viene pubblicato, l'indicazione PUÒ
ANCHE ESSERE POSTA ALL'INIZIO DELLA DESCRIZIONE.
Continua
nella lettura del testo sul sito www.burioni.it
La
citazione bibliografica della risorse elettroniche remote
di
Marina
Usberti
(in linea da gennaio 2002)
Il testo di questo
contributo rappresenta la documentazione preparatoria del modulo
didattico dedicato alla citazione bibliografica delle risorse
elettroniche remote, realizzato all'interno del progetto delle
Biblioteche di Ateneo dell'Università di Parma di un Seminario
sperimentale per gli studenti avente come obiettivo l'istruzione
all'acquisizione delle capacità e competenze necessarie per un
utilizzo efficace e critico delle risorse informative di loro
interesse. Con questo Seminario si è conclusa la prima
fase di un più ampio progetto, tuttora in corso, di impegno
attivo dei bibliotecari dell'Ateneo nell'istruzione degli studenti
all'utilizzo delle risorse informative, progetto nato originalmente
come esito del Corso/Laboratorio formativo di aggiornamento "L'Utente
Indipendente" promosso dal Servizio Organizzazione Biblioteche
dell'Ateneo e dedicato alla sensibilizzazione dei bibliotecari alle
metodologie per filtrare la qualità dell'informazione in
internet e all'individuazione di nuove information skills per
il supporto agli utenti.
Il Seminario ha avuto luogo dal
10 al 24 settembre 2001 presso il Centro S. Elisabetta
dell'Università di Parma e ha coinvolto un nucleo di
circa 40 studenti delle diverse Facoltà dell'Ateneo impegnati
in un carico di lavoro di 18 ore articolato in 5 moduli didattici
rispettivamente dedicati all'uso della biblioteca e delle sue
risorse, all'analisi delle risorse e strumenti di rete, alla ricerca
di informazione elettronica on-line e off-line, alla valutazione
delle fonti di informazione on-line gratuite e alle norme essenziali
per la redazione della tesi di laurea e per la citazione
bibliografica.
La prima versione del testo di questa documentazione è stata distribuita su CDRom ai partecipanti al seminario a integrazione della presentazione su diapositive ed è stata disponibile in rete da Maggio a Ottobre 2001 all'indirizzo internet <http://space.tin.it/scuola/marinusb/Helpdesk-Bibliografiatesi-Risorse_Online.html>, in corrispondenza con il periodo di preparazione e svolgimento del seminario stesso.
__________________
sta in http://www.burioni.it/forum/usb-cit0.htm#
1. A precisazione sottolineiamo che le risorse del world wide web sono solo una parte di tutte le risorse di internet e limitate, per il momento, alle fonti che utilizzano il protocollo http per la trasmissione dei dati (che consente la crezione dei legami ipertestuali che costituiscono, appunto, la ragnatela del www). Torna al testo
2. Il titolo del paragrafo introduttivo, "Bottling the ether", del testo a cui ci riferiremo per l'analisi di uno stile citazionale nato in specifico per le risorse elettroniche remote, cioè la Columbia Guide to Online Style di J. Walker and T. Taylor ( New York, 1998), è sintomatico delle difficoltà di approccio dell'argomento che andiamo ad affrontare. Torna al testo
3. In inglese l'italiano "citazione" è tradotto con i due sostantivi "citation" e "quotation" dove il primo esprime il significato del citare anche nella sua specifica valenza bibliografica (vedi termini tecnici come "citation index" etc.) e il secondo indica in specifico l'azione del citare nel senso dell'atto del riportare le parole di terzi. Apro una parentesi su questa curiosità segnalatami dal collega Andrea Garelli perchè mi sembra eloquente e suggestiva a proposito di come l'azione del "citare" esprima nel contesto del web una continuità immediata tra descrizione e accesso. In un intervento di Bernie Sloan su WebLib (12 Jan 2001) in riferimento ad un articolo di B. Cronin sul Journal of the American Society for Information Science, viene riportato un terzo sostantivo inglese per tradurre l'italiano "citazione", utilizzato da Cronin per decrivere in specifico l'azione del citare proprio in ambiente web: invocation (Cronin, B. [et al.] "Invoked on the web". Journal of the American Society for Information Science, 49 : 14 (1998), p. 1319-1328). Se citare significa dunque, nel nostro contesto, invocare/evocare la risorsa stessa, appare chiaro come l'applicazione del principio dell'accessibilità e della corretta indicazione dell'URL costituiscano il primo fondamento per la citazione di qualsiasi risorsa di rete al di là delle norme stilistiche adottate. Torna al testo
4. Under federal copyright law, words and their form of presentation must be fixed in order to be copyrightable. Ideas themselves cannot be copyrighted; only their embodiment has economic value. (J. Walker and T. Taylor, op. cit, p. 12). Torna al testo
5. Per il Columbia Style identificare il supporto di pubblicazione di una risorsa in una citazione subito dopo il titolo -come avviene in altri stili- é sostanzialmente un'infrazione del principio di sintetizzazione in quanto la natura stessa del supporto é in rete qualcosa di assolutamente effimero in quanto qualsiasi documento scaricato o visionato può potenzialmente essere salvato su un supporto e in formato diverso dall'originale. Torna al testo
6. URL =
acronimo di Uniform Resource Locator, termine che indica l'indirizzo
internet usato dal software del browser web per connettersi ad un
determinato sito internet. "URL (Uniform Resource Locator). An
acronym for Uniform Resource Locator. URL is the address for a
resource or site (usually a directory or file) on the World Wide Web
and the convention that web browsers use for locating files and other
remote services." (Learn
the Net. Glossario)
Torna
al testo
7. I modelli
riportati nello schema di figura 2 seguono le norme del Columbia
Style per le materie umanistiche e rappresentano dunque una sintesi
come vedremo nel paragrafo dedicato agli esempi di citazione per i
vari tipi di materiali online- tra gli stili MLA e Chicago. Lo stile
Columbia per le materie scientifiche presenta i medesimi elementi
citazionali trasformandone solo l'ordine. Nei paragrafi successivi
l'analisi dei singoli elementi della citazione così come gli
esempi riportati segue in linea di massima l'ordine della loro
presentazione in una citazione bibliografica di tipo umanistico ma si
tratta di una pura convenzione di esposizione.
Torna
al testo
8. Vedi come
esempio di applicazione di questa norma l'impostazione della parte
terminale dell'articolo dopo il divider in: Ridi, Riccardo.
"Citare Internet." Bollettino AIB. 35 : 2 (1995), p.
211-220. 27 Ago 1997. 17 Ago 1998.
http://www.aib.it/aib/boll/1995/95-2-211.htm.
Torna al
testo
9. Vedi l'esempio di nota 8. Torna al testo
10. Il
provider internet è il computer remoto al quale ci connettiamo
dal nostro computer locale per connetterci alla rete. "Internet
Service Provider. Also called ISPs or access providers. The remote
computer system to which you connect your personal computer and
through which you connect to the Internet. ISPs that you access by
modem and telephone line are often called dial-up services."
((Learn
the Net. Glossario)
sta in http://www.burioni.it/forum/usb-cit1.htm
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