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Caro Direttore,
Il dottor Baldassarre, a sua
discolpa, ha portato davanti alla commissione di vigilanza la
registrazione delle sue dichiarazioni al convegno di Alleanza
Nazionale, ma la registrazione non è stata diffusa nemmeno
per un po dai telegiornali della televisione di Stato.
Infine il dottor Baldassarre ha dichiarato che lui è
persona insospettabile, perché «la pensa esattamente
come il presidente Ciampi». La dichiarazione preoccupa
molti cittadini, e non si capisce cosa significa. Anche se da
tempo non leggiamo più che il presidente Ciampi ha fatto
la Resistenza, come mesi fa si leggeva sui giornali. Egli si
appella comunque, quando è necessario, ai valori della
Resistenza e della Costituzione, di cui peraltro è
garante. Il che non ci pare avvenga con il dottor Baldassarre,
che è un signore nominato da Berlusconi. Forse che il
dottor Baldassarre, con questa sua sibillina dichiarazione, ha
voluto gettare unombra sulla figura del presidente della
Repubblica? Se questa era lintenzione, mi pare ci sia
riuscito, perché trovo sorprendente che Ciampi accetti di
pensarla come il dottor Baldassarre. Da fiducioso cittadino
attendo una rettifica. Per acquisita tradizione, nei momenti gravi della Repubblica, il messaggio alla Nazione viene rivolto dal presidente della Repubblica, prescindendo da un qualsiasi primo ministro che non rappresenta certo lo Stato. Lepisodio più interessante mi sembra quello avvenuto alle ore 20 del 22 marzo ultimo scorso, alla vigilia della manifestazione convocata dalla Cgil, che portò a Roma 3 milioni di persone. Quella sera, a reti unificate, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi lanciò un messaggio alla Nazione entrando totalmente nel ruolo che compete al presidente della Repubblica, il quale, per conto suo, era andato a far visita personale alla famiglia del dottor Marco Biagi, assassinato pochi giorni prima da ignoti terroristi, e i cui familiari avevano rifiutato i funerali di Stato. In quelloccasione, il presidente del Consiglio Berlusconi, seduto a una scrivania di tipo presidenziale (come ci ha abituato la scenografia televisiva di questo dopoguerra, da Segni a Pertini a Scalfaro, con tanto di bandiera nazionale a fianco), nel suo messaggio agli italiani stabilì un esplicito cortocircuito fra gli ignoti assassini del dottor Biagi e il sindacato che stava convocando una manifestazione di milioni di cittadini a difesa dei diritti dei lavoratori. Un caro amico, uno scrittore latino-americano che quella sera guardava la televisione con me, mi chiese: «Quando è stato assassinato questo dottor Biagi?». Risposi: «Pochi giorni or sono». Lui disse: «Secondo me questo messaggio alla Nazione è stato registrato almeno un mese fa». Era una considerazione di uno scrittore che veniva da un paese di ambigua democrazia, dunque va preso con la debita cautela, perché lItalia è una democrazia occidentale, come si dice. Ma la domanda è: quel 22 marzo, lon. Berlusconi non si era già travestito da presidente della Repubblica? Caro Direttore, lascio questa considerazione alla riflessione dei tuoi lettori, nonché dei giornalisti che oggi si sorprendono tanto se Berlusconi dice a Ciampi di farsi un po più in là. Antonio Tabucchi L'UNITA' 23/07/2002 |
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