Sulla stampa e in
televisione si è aperta una discussione sullo scandalo che
l'immagine può provocare, perché le fotografie dei
cadaveri dei figli di Saddam Hussein trucidati dagli americani
stanno turbando gli animi sensibili del nostro sensibile
occidente. Anche certi parlamentari del governo italiano, così
soddisfatti di vedere portare la democrazia in certi paesi a suon
di bombe, pare sembrino un po' turbati. Insomma, così no,
dicono i sensibili, macché barbarie. Come a dire: la
barbarie si può fare, tanto è l'Iraq, ma farla
vedere a noi è barbaro. Tanta sensibilità è
commovente. Si tratta in fondo di cadaveri. E nelle guerre di
cadaveri ce ne sono a iosa, perché le guerre prevedono
cadaveri, altrimenti non sarebbero guerre. Capisco che ad alcune
anime sensibili piacerebbe che i morti apparissero come si deve:
composti, educati, puliti, come i cari estinti con l'aria
presentabile ai quali i parenti vengono a esprimere il loro
cordoglio. Il caro estinto. I morti trucidati invece sono di una
maleducazione insopportabile. E capisco anche che le anime
sensibili si scandalizzino. Eppure, c'è qualcosa di
didattico in queste immagini che mi pare prezioso con i tempi che
corrono. Perché esse parlano della guerra. Quella vera,
che è sempre sporca. Non quella che i signorini sensibili
come noi guardiamo la sera alla televisione. Che naturalmente fa
schifo, come sappiamo. E che tuttavia nel suo schifo, quando gli
americani lo vogliono, raggiunge un livello ributtante di alta
funzione informativa. Mostra a tutti cos'è la guerra.
Quella vera, non quella fatta con le bandierine durante i
talk-show serali. Ma questi sono solo i figli di Saddam.
Io
auspicherei una televisione didatticamente coerente. Perché
ci sarebbero i cadaverini di tanti bambini in Iraq, per
scandalizzare ancora di più le anime sensibili che si
stanno scandalizzando. Ad alcuni manca un braccino, ad altri una
gambina o tutte e due, hanno tanto sangue sulla testa, sono
proprio un bello schifino. Ma la democrazia che si porta con la
guerra ha un prezzo alto, e questo prezzo andrebbe mostrato come
fa il telegiornale con gli indici della borsa. Obiettivamente. La
funzione della televisione è questa, magari roba da
cretini, come ho sentito dire, ma i cretini sono spesso utili.
Come fu quel cretino di Goya, pittore peraltro progressista che
però si mise a disegnare I disastri della guerra
di Napoleone, che era un democratico che si prese l'iniziativa di
portare la democrazia con il proprio esercito nella penisola
iberica di allora, dominata da una famiglia tipo Saddam, che però
era aristocratica, cattolicissima e godeva dell'appoggio del
papato.
Concetti di questo genere li avevo già
espressi in un articolo uscito su l'Unità quando
tutto stava ancora per succedere. Era un articolo in cui cercavo
di capire le ragioni di Gino Strada, che per libera scelta
professionale cerca di riaggiustare gli arti spappolati dalle
bombe. Ma chirurghi di guerra come Gino Strada, che descrivono le
immagini che ora vediamo, danno fastidio alle anime belle. Per
questo il mio articolo parve irriverente. Ad ogni modo si può
leggere ora sull'argomento un libro appena uscito in Italia di
Susan Sontag, Davanti al dolore degli altri (Mondadori).
Di solito ai libri spettano le cosiddette recensioni. Mi spiace
per i recensori, ma la migliore recensione a questo straordinario
libro sono le foto dei cadaveri dei figli di Saddam mostrati urbi
et orbi. Non saprei se sono le fotografie che recensiscono il
libro di Susan Sontag o viceversa. Decidete voi, cambiando
l'ordine dei fattori il prodotto non cambia.
Antonio Tabucchi IL
MANIFESTO 27/07/2003
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