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Ricordando Bertrand Russell |
La tragica farsa continua. Il circo sanguinoso è in piena attività e tutti ne siamo spettatori. C’è stato un momento, in questa mostruosa “deregulation” dei princìpi di convivenza mondiale seguita al crollo del Muro di Berlino che faceva da calmiere (sono cinico ma è la verità), all’inizio della cosiddetta “fine della storia” come l’ha definito un agente della Cia che nel tempo libero insegna economia in un’università americana, c’è stato un momento, dicevo, in cui alcuni di noi si aggrapparono a una residua speranza e vi riposero fiducia: il diritto penale internazionale che prendeva corpo in due tribunali, quello per i crimini nella ex Jugoslavia e quello internazionale costituito a Roma e non ancora operante. Ma tale fiducia, ultima Tule degli ottimisti superstiti, rischia di venire strangolata dalle gravi violazioni che l’amministrazione Bush, del tutto impune, sta compiendo a suo piacimento. Ben venga l’estradizione di Karadisch, e ben venga la condanna di Milosevic. Purtroppo non saranno sufficienti a riequilibrare l’idea di giustizia di un mondo stuprato dall’amministrazione Bush, dai suoi metodi assassini di rispondere al terrorismo, da torturatori e criminali di guerra ora vincitori di un dittatore che si sono allevati accuratamente, del quale sono stati alleati e al quale hanno fornito tutto il gas necessario per sterminare i Curdi. Quel gas era prodotto da una filiale della società petrolifera del signor Bush senior. È bene non dimenticarlo. So perfettamente che i tribunali penali internazionali non possono processare Bush, Rumsfeld, Cheney, violatori flagranti di diritto delle genti, perché questi tribunali non ne hanno facoltà. Ma i giudici internazionali esistono indipendentemente dal funzionamento dei loro tribunali. Dove sono costoro? Stanno forse aspettando che gli Stati Uniti, per essere processati come qualsiasi altro Paese del mondo appongano la loro benevola firma ad un trattato che non firmeranno mai, per il semplice motivo che il monarca non firma una legge che consente ai propri sudditi di processarlo? A questi giudici internazionali mi rivolgo. Signori giudici internazionali, non è l’impossibile che vi chiedo, vi chiedo il possibile. Vi chiedo un processo simbolico. Un processo che non può essere operativo, che non può avere conseguenze penali. Ma che, se istruito, costituirebbe per la comunità internazionale l’esempio di un’importantissima condanna morale. Ve lo ricordate un signore che si chiamava Bertrand Russell? Fate come lui, altrimenti rischiate di farvi scavalcare da un film di Micheal Moore: costituite un tribunale simbolico e istruite un processo a Bush e ai suoi aguzzini. In maniera del tutto esemplare. Sarà un processo puramente platonico, e pure fatto con tutti i requisiti che un vero processo richiede: i mandanti, cioè le motivazioni Usa dell’invasione dell’Iraq, le città bombardate, i civili morti, i saccheggi, le torture. Con numeri, testimoni e documenti, che certo non vi mancheranno. Gli imputati non saranno presenti. Non importa. Sono contumaci e tali resteranno allegramente, per il semplice motivo che hanno arsenali pieni di bombe al neutrone, e che a tali arsenali del vostro diritto internazionale se ne frega, scusate la parola. Ma voi dareste un grande esempio al mondo. Voi in questo modo, offrirete all’umanità un giudizio morale, e accenderete la speranza che alcuni valori siano ancora difendibili. In caso contrario tutto marcerà inevitabilmente verso il Nulla. Un nichilismo assoluto che ci assedia e che sta trovando sempre più spazio, soprattutto dall’altra parte del mondo, fra tutti quegli esclusi che pensano che se non solo non c’è giustizia, ma neppure l’idea di giustizia, è logico che ciascuno faccia giustizia da sé. Antonio Tabucchi – L'UNITA' – 05/07/2004 |
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