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PABLO 2 |
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LA CASA DELLE TERRE LONTANE |
a cura di Paolo Solari, Pablo |
N2 12/06/2001 |
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Accade che nei porti trovino rifugio i corsari per poi ripartire, personaggi molto diversi dai predatori moderni che fingono di esistere per rubare il nulla: il vil denaro e le sue ossessioni. Loro vittime sono secoli di storia e milioni di esseri umani: i selvaggi, con la sola colpa di essere sulla strada che porta a rubare il nulla in nome della civiltà. |
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Il vero corsaro ha un codice di vita molto diverso dal predatore: il primo vive e sogna mentre il secondo ruba; ma è più criminale il secondo che uccide per eliminare la cultura e la storia dei popoli. Il corsaro viaggia, soffre e fa soffrire, ma vive la sua esperienza in prima persona. Nella quasi totalità dei casi viene tradito, vittima, per quel che ne sappiamo, della letteratura eurocentrica. |
Il vero corsaro spesso si fermava ed imparava, quest'ultima parola sconosciuta ai civili colonizzatori ed agli educati conquistatori. |
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Il vocabolario corsaro era sicuramente più colto, perché conosceva le parole degli altri e si sforzava di apprenderle. Quello del conquistatore si è sempre coniugato con l'ignoranza, tanto è vero che ha sempre imposto alle vittime anche nome, cognome, usi e costumi; perché l'ignorante altro non conosce se non la sua ignoranza. |
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Il
conquistatore pretende, dopo aver perpetrato massacri, di
uccidere anche la memoria. Egli, supremo vincitore del nulla, per nascondere l'eccidio descrive le vittime ed i luoghi in funzione della sua viltà capace solo di uccidere. Nei
confronti dei nativi viventi sulla Madre Terra il metodo del
predatore è identico e ossessivo, estremamente
fotocopiato. |
I Nativi Americani hanno subìto l'attacco metodico delle potenze europee per secoli ed affrontano il tallone del loro erede, capace di mistificare ed obbligare al suo lessico ignorante. |
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Il corsaro non lo avrebbe mai fatto, avrebbe evitato l'offesa del disprezzo linguistico. Per rispetto alla conoscenza ed alla scienza avrebbe evitato molte cose. Egli aveva probabilmente un grado di cultura tale da rifuggere la mistificazione, i suoi diari o i libri di testo non avrebbero creato fantasmi, nelle sue scuole avrebbero imparato come definire gli altri. Un vocabolario preciso e rispettoso. Egli, così malvagio, non avrebbe commesso quei macroscopici errori che i predatori hanno trasmesso ai loro discendenti in ossequio alle stragi. Responsabili di un gran bell'elenco di fandonie linguistiche e culturali utili per tutti coloro che proseguono per indolenza, ignoranza e complicità ad annullare la memoria storica dei popoli indigeni. All'inizio non avrebbe preteso di chiamare indiani le persone che non lo sono: gli indiani vivono in India, mentre nel cosiddetto nuovo mondo vissero, vivevano e vivono i Nativi Americani. |
In questo caso fortunatamente il conquistatore non è salpato dal nostro porto e si possono evitare magre figure sulla primogenitura dello sbarco. Per fortuna nel lido del corsaro tutti sanno che sono talmente tanti quelli che vi giunsero prima, da evitare persino di nominare il presunto scopritore, garantendosi una toccatina scaramantica. Chi più ne ha, più ne metta, ma i signori Vichinghi ce l'hanno fatta qualche secolo prima: di loro restano l'uso dei mutandoni presso gli Inuit, dell'altro restano secoli di genocidio. |
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Gli Inuit: per secoli li hanno chiamati Eschimesi, un termine dispregiativo recuperato dai colonizzatori, oggi per fortuna hanno uno stato indipendente (Nunavut), federato con il Canada e solo i peccatori d'ignoranza li chiamano ancora con il termine di mangiatori di carne cruda. Il corsaro, incuriosito, ha verificato altri grossolani errori. Nel suo diario ha segnato una grande assurdità: il colore dell'epidermide indigena. Eppure gli avevano detto: sono pellerossa. Ebbene, egli, corsaro e quindi girovago, nelle Americhe non ne aveva trovato uno. Se aveva senso ricordarlo, aveva notato che il colore dei nativi variava dal pallido all'olivastro scuro, ma di rosso niente. Quando si dice la presunzione. Monaci francesi avevano coniato peaux rouge, non capendo che le donne native dell'estremo nord occidentale si dipingevano il viso e i capelli per scopi rituali o per proteggersi. Ne scaturì il volgarissimo redskin anglofono, che equivale al negro o all'italico terrone. |
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Eppure il corsaro si stupisce che ancora oggi tanti maestri e professori usino ancora i termini di indiani e pellerossa. Egli,
così affascinato dalle donne di tutto il mondo, si
irritava ancor più con chi usava la parola squaw,
una volgarità diffusa dalla stupidità maschile. Si
tratta di un vocabolo di origine linguistica irochese
identificante la zona genitale femminile, Mentre per gli Irochesi
le donne sono da sempre uguali agli uomini, se non addirittura
più determinanti, i conquistatori ed i loro eredi
identificavano le donne native come prede sessuali.
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Ma non lo fa ed
incuriosito tra ricerche bibliografiche e storiche, non può
fare a meno di sghignazzare spudoratamente, trovando
augh! |
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I Sioux,
chi non sa chi sono, getti la prima penna! Eppure genera
un'eterna confusione. Ma, nella sostanza, l'interesse linguistico attira il corsaro, ragionamento un poco lungo ma utile per i nomi di molte altre nazioni. Sioux (evitare di chiamarli Sioux, si pronuncia Su) è l'abbreviazione di Nadowessioux, una invenzione francese storpiante Nadowassing, termine Chippewa ed in senso lato nemici. Non hanno pensato mai di identificarli con i loro nomi che significano semplicemente Alleati, sicuramente più positivo e rispettoso. Apache (si pronuncia Apaci) stesso stile: parola d'origine Apachus (nemico) usata dai Pueblo, dagli Zuni e dagli Hopi; ma tra loro gli apache si chiamavano Tin-Ne-Ah, Tinneh, Dinè, Indè che guarda caso vuol dire Popolo. Eschimesi (mangiatori di carne cruda) in effetti si chiamavano Inuit, che pare ovvio, significa Popolo. Navaho o Navajo, naturalmente anche loro si chiamano diversamente Dineh (Popolo), vittime di Kit Carson, assurdo personaggio fumettistico realistico esistito come militare conquistatore e distruttore di villaggi. Il corsaro giunto ai Delaware (tra i tanti che hanno dato il nome ad uno degli stati costituenti gli Usa) ha perfino scoperto che il loro vero nome Lenni Lenape significa Uomini Veri. Ed allora ha capito cosa significa nella pratica cancellare la memoria linguistica positiva dei popoli indigeni. Con tutta la sua determinazione ha chiuso i libri ed ha scelto che d'ora in poi farà parlare solo i suoi fratelli con le piume: i selvaggi come, ad esempio, gli Irochesi che alla fine del 1500 avevano già una costituzione ed una specie di parlamento bicamerale... Paolo Solari, Pablo |
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mussa: termine dialettale genovese indicante l'organo genitale femminile |
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