Tex Willer spara alla radio |
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Fulmini e saette! Satanasso! Peste! Come non riconoscere al primo colpo le imprecazioni paradossali e inconfondibili di Tex Willer, l'eroe del più famoso fumetto italiano. A partire da lunedì 29 ottobre, le sentiremo in onda su Radiodue tutte le mattine dal lunedì al venerdì, alle 8,45, un appuntamento classico con la fiction per gli ascoltatori della rete. Per venti puntate Tex parlerà con la voce di Bruce Willis, ovvero la voce calda e chiara come l'ha definita il regista e sceneggiatore della fiction radiofonica, il genovese Armando Traverso, dell'attore Marco Mete. Per lui si preparano, come gli è abituale, ogni tipo di avventura. Da quelle più antiche, storie scritte dal creatore di Tex, Gianluigi Bonelli, alla più recente scritta da Sergio, il figlio che ne ha proseguito il lavoro e la tradizione. Sergio Valzania, il direttore di Radiodue persegue con coerenza il suo progetto di portare nella radio la cultura popolare. Se ci fosse qualche dubbio basta guardare la sequenza delle fiction di questi mesi. Dopo un Diabolik appena concluso e un Tex Willer appena iniziato, è in cantiere un Montalbano tratto dai libri di Camilleri: Sono generi bassi, il fumetto come giallo dice il direttore proprio per questo in grado di produrre miti che continuano a vivere. Non testi che si dimenticano una volta chiuso il libro, come succede con molta letteratura alta italiana. In realtà Tex Willer è una vecchia passione del direttore: A metà degli anni ottanta ho girato uno special sull'unico film mai realizzato dal fumetto: Tex e il Signore degli Abissi di Duccio Tessari con Giuliano Gemma che come al solito parlava pochissimo. Feci anche una lunga intervista ad Aurelio Galeppini, il disegnatore. Fu in quell'occasione che il Gallep gli regalò il ritratto di Tex che ora fa bella mostra di sé nel suo ufficio. Ritratto che ha incoraggiato Traverso, a sua volta texologo appassionato, a fare proposte che meditava da tempo. La passione, si sa non ha limiti. Ma Valzania rifugge dal mettere questa produzione nel segno dell'attualità, almeno non troppo: Tex è la figura del buono, ne ha tutte le contraddizioni. Spara, e si tormenta con mille dubbi. Ha sempre la pistola in mano, eppure è un nonviolento. E' un eroe problematico, per questo si può considerare una figura della modernità. E' un eroe solo, e certo non si possono nascondere i suoi problemi con le donne, con cui non ha relazioni stabili. Il suo è un mondo di amicizie, rapporti, degli indiani assume in pieno l'identità con il nome di Aquila della Notte. Forse per questo il cerchio non si chiude mai, la sua è l'ambivalenza della modernità. Preferisce sottolineare come Tex sia quel tipo di personaggio di cui la cultura popolare ha bisogno: Come Ulisse che passa da Omero a Dante a Pascoli a Joyce. Sempre diverso e sempre lo stesso. Sempre capace di dire qualcosa di nuovo. Dal '44 quando Tex nacque dall'immaginazione di Bonelli e Galeppini, molte cose sono cambiate. Oggi sono in tanti a disegnare e raccontare Tex, eppure il personaggio mantiene la sua vitalità. In questo tipico prodotto industriale e seriale, da cultura di massa, anche se nulla può cambiare il lavoro artigiano necessario per disegnare delle tavole. O accorciare il tempo impiegato, un anno, per i numeri del mensile. Nel periodo di massimo successo, negli anni cinquanta, Tex vendeva circa 700.000 copie. A tutt'oggi mantiene la rispettabile vendita di circa 220.000 copie al mese. Portarlo alla radio significa mettere in onda ogni mattina un amico fidato, un compagno conosciuto, quasi quanto Tex conosce Kit Carson, il partner fedele per cui traverso ha scelto un attore dalla voce scura e forte, Rodolfo Bianchi, che tra gli altri doppia Harvey Kaitel. Una scelta che piacerà a tutti? Anna Rosa Maravacchio, responsabile della fiction di RadioDue, racconta di alcuni dubbi poi superati sul possibile gradimento delle molte signore in ascolto a quell'ora. Soprattutto sottolinea l'impegno produttivo di Radiorai: l'alta qualità del cast, la grande capacità dei tecnici che hanno aiutato e accompagnato il lavoro del regista. Raffinato e quasi filologico il lavoro sui suoni, possibile grazie all'eccezionale archivio Rai. Lo sparo, ottenuto da una Colt del 1846, il gufo che è esattamente il gufo che vive in quelle zone. E la pazienza certosina per trovare gli effetti giusti. Come una diligenza che corre, ottenuta sovrapponendo il suono di un carro pesante a quello di un carro tailandese. Questa è la magia della radio. Nel suono ci porta tutto. Da lunedì il mondo il mondo di Tex Willer Aquila della Notte. Bia Sarasini IL SECOLO XIX 26/10/2001 |
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