Dio, Allah, Buddha, Yahvé aiutaci tu |
Allah
è grande, ma anche il Dio dei cristiani e il Yahvé
degli ebrei non scherzano, per non parlare di Buddha e delle divinità
della Trimurti degli indiani
Poiché, nonostante ogni
sforzo in contrario, sono proprio loro che vengono evocati sempre più
esplicitamente in questa che non è una guerra di religione, ma
che sta finendo per diventarlo, possiamo solo sperare che a un certo
punto diano un segno di vita, inducendo i loro fedeli o pretesi tali
a qualche sano ripensamento. Il Dio dei cristiani sarà davvero
"con noi" quando sganciamo bombe di ogni tipo
sull'Afghanistan nel vano tentativo di colpire Bin Laden?
E Allah
sarà stato con i terroristi delle Torri Gemelle o con i
kamikaze che si fanno saltare alle fermate di autobus a Gerusalemme,
o Yahvé a fianco degli israeliani quando attuano le loro
sanguinose rappresaglie? Insomma, sarebbe forse ora che questa guerra
che pretende di non essere di religione, lo diventasse almeno un po',
per domandarsi se quella divinità a cui tanti dicono di voler
obbedire non si ribelli a tutto questo spargimento di sangue. Sarebbe
il caso di ricordare, almeno noi cristiani (o occidentali, che è
in gran parte lo stesso), che la laicità che invochiamo
continuamente non è la libertà di perseguire
semplicemente i nostri interessi terreni a ogni costo, ma è lo
spazio di gioco umano che proprio la rivelazione biblica ci ha messo
a disposizione, lo spazio di una relazione con l'umanità
dell'altro libera dall'idolatria delle tante "verità"
che hanno spesso legittimato ogni tipo di sterminio. Amicus Plato,
sed magis amica veritas - lo hanno sempre detto i dogmatici e
fanatici di ogni tempo; e giù pogrom, inquisizioni, roghi di
eretici, carcerazione di diversi, oppressione delle minoranze
devianti, liquidazione delle razze inferiori...
Che cosa hanno da
dire le persone religiose di ogni fede in questo momento in cui le
loro divinità vengono coinvolte come agenti attivi di questa o
quella parte in lotta?
Le giuste invocazioni del papa alla pace
tratterranno almeno una parte dei cattolici dall'andare a Piazza del
Popolo a inneggiare alla guerra con la banda Berlusconi (diciamo
banda in senso musicale, ovviamente)? E le prediche dei mullah, in
Oriente e in Occidente, dissuaderanno almeno una parte dei credenti
islamici dal mettersi al servizio dei diffusori di antrace?
Non
pretendiamo che, in nome della sua religione, Israele chieda perdono
per la propria esistenza come Stato, ma che si ricordi che il Dio
della Bibbia non è solo e sempre il Dio degli eserciti.
Insomma, fino ad ora sembra che la voce delle religioni, quando non
si è levata decisamente in favore della guerra contro gli
infedeli, si sia limitata a predicare prudenza, dialogo, con il tono
di chi si rassegna all'inevitabilità della violenza nelle cose
del mondo, pronto eventualmente a benedire gli eserciti, per poi
consolare le madri e le vedove dei caduti e celebrare la loro
memoria.
Non si può davvero pensare a un'iniziativa di
forte visibilità, altro che la marcia inventata da Ferrara, da
parte delle massime autorità delle varie religioni, promossa
da un qualche Sant'Egidio, ma meglio dal Papa stesso, perché
si fermi la guerra finché siamo ancora in tempo?
Non
sappiamo se siamo davvero all'ultima spiaggia per la sopravvivenza
della civiltà; ma forse questa sarebbe l'occasione per le
religioni di mostrare che Dio non si è assentato
definitivamente dalla storia della (sua) umanità.
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